Giannino della Frattina
Ha vinto. Si sapeva già, ma adesso è anche ufficiale. Bruno Ferrante sfiderà la lady ministra Letizia Moratti nella corsa a Palazzo Marino. E, per il momento, anche lex presidente della Provincia transfuga dal centrodestra Ombretta Colli. La notizia, piuttosto, sta nel fatto che nel centrosinistra tre elettori «tifano» per lex prefetto, ma uno vorrebbe vedere il premio Nobel Dario Fo al governo della città. Una sorta di versione aggiornata dello sberleffo anarchico-situazionista che diventa «una risata vi amministrerà». «E adesso - la stilettata del commissario di Forza Italia Maurizio Lupi - la sinistra a mettere insieme un programma tenendo conto di questo 23 per cento che pesa non poco?». «Ventimila voti - getta già benzina sul fuoco Fo - non sono mica da buttare via. È una città...».
Per ora ci sono i dati. Che fissano così la radiografia del centrosinistra milanese. Bruno Ferrante «pesa» il 67,6 per cento, Dario Fo il 23,3, Milly Moratti il 5,9 e Davide Corritore il 3,3.
Mette subito le mani avanti Rifondazione comunista. «La sinistra radicale - si prenota il conducatòr Fausto Bertinotti - testimonia in ogni occasione la sua importanza. Bruno Ferrante dovrà tenerne conto nel suo programma». Si prepara a far larbitro la Margherita. «Ferrante - tampona il senatore Nando Dalla Chiesa - raccoglie un consenso importante anche per come ha svolto il suo ruolo di sindaco parallelo. Con Veronesi Rifondazione non avrebbe partecipato alla primarie. Oggi, invece, tutto il centrosinistra è unito». Suona la carica Piero Fassino. «Ora uniti per battere la destra - incoraggia i suoi il segretario ds -. Dobbiamo ridare forza e speranza ad una grande città. Ancora una volta le primarie hanno dimostrato che cè una grande voglia di partecipazione e cambiamento». Da Palazzo Isimbardi esulta Filippo Penati che sulla poltrona di sindaco vorrebbe già mettere il cappello. «I milanesi hanno dato una risposta di grande democrazia e partecipazione. Ferrante si conferma il candidato dellUnione e diventa punto di riferimento di quei milanesi, e sono sempre più, che vogliono il cambiamento.
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