Primarie del Pd: primi scontri sulle liste

E i veltroniani del partito della Margherita vanno alla carica: «Vogliamo ruoli di presenza ma anche di reponsabilità»

«Spero che a questo punto non nascano pasticci con beghe sulle liste». Michele Salvati, supporter della prima ora del Pd e ora sostenitore di Maurizio Martina alla segreteria regionale, non si fa troppe illusioni neppure sul sindaco di Roma: «La cosa più importante che mi induce a votare Veltroni è che è l’unico ad avere qualche chance di creare grattacapi a Berlusconi... ». Il professore parla a un incontro del comitato Martina-Veltroni, nel giorno in cui sono state ufficializzate le candidature per le primarie del 14 ottobre. Martina correrà contro Riccardo Sarfatti, il portavoce dell’Unione al Pirellone che è sostenuto dai bindiani e collegato a Rosy Bindi.
Il rischio di beghe sulle liste per Martina è tutt’altro che teorico. Infatti i veltroniani della Margherita chiedono «ruoli di presenza e di responsabilità» e fanno sapere che gradirebbero poter avere un vice in coppia con Martina. Il sostegno, spiega una nota, è «nel segno del ticket Veltroni-Franceschini». A firmare Giovanni Bianchi, Emanuela Baio, Daniele Bosone, Carlo Spreafico e Patrizia Toia, tutti esponenti lombardi della Margherita. Bianchi, già presidente delle Acli, cita Papa Ratzinger e insiste sui temi etici: «Non si può continuare con la libertà di coscienza».
Una questione scivolosa che non fa parte dei tredici punti del programma presentato da Martina, che va dalla libertà alla flessibilità al federalismo alla lotta alla «sindrome del successo» fino alla mobilità. «Aggiungeremo i nostri contributi tra i quali emergeranno anche i temi etici» spiega Patrizia Toia e annuncia: «Parleremo con il candidato Martina per comporre una squadra adeguata». L’aspirante segretario annuisce: «Lavoro per immaginare una squadra e serve il lavoro di tutti». Insomma, caselle da riempire.
Martina però si dichiara in piena sintonia con Beppe Grillo, almeno sui contenuti della protesta, anche se non sull’antipolitica. Martina rilancia le primarie anche per la scelta dei candidati alle cariche pubbliche e spiega: «Non avrei difficoltà a firmare il manifesto di Grillo. Se non firmo è perché spero che sia il Parlamento a decidere. Chiedo l’utilizzo delle primarie per selezionare le candidature, sia locali che nazionali. Inoltre ritengo sia necessario porre il limite dei due mandati per sindaci, presidenti di provincia e di Regione».
L’obiettivo sembra ambizioso.

«Quante ce ne sono state per Prodi a Milano? Ci piacerebbe portare in piazza oltre duecentomila persone» dice Martina. Alle primarie per il candidato sindaco vinte da Bruno Ferrante votarono in ottantamila. Ma il candidato alla segreteria lombarda del Partito democratico punta sull’effetto Veltroni.

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