Il passato accanto al futuro. La storia, anzi la leggenda che "benedice" il sogno avverato e quelli che devono ancora avverarsi. Frasi fatte? Non di fronte a emozioni come quelle vissute ieri al museo del Genoa a Villetta Di Negro. Era l'occasione per la Fondazione Genoa di premiare la Primavera vincitrice della Coppa Italia, di consegnare una medaglia al valor sportivo ai ragazzi di un Luca Chiappino più che mai orgoglioso di loro. E' stato qualcosa in più, di più profondo. Perché Andrea D'Angelo, Sergio Maria Carbone e il presidente della Regione Claudio Burlando hanno chiamato e stretto la mano ad Andrea Signorini in quella sala che mette in mostra la teca con le scarpe indossate da papà Gianluca nella notte magica di Liverpool, mentre sul maxischermo passavano le immagini dell'Anfield Road. E poi hanno chiamato e stretto la mano a Luca De Prà, preparatore dei baby portieri, davanti alla bacheca con i cimeli del nonno Giovanni, leggendario numero uno del Genoa e della nazionale che scelse di rimanere dilettante per non lasciare il rossoblù.
Dettagli e momenti toccanti che non sono sfuggiti ai ragazzi di mister Chiappino. Affascinati da ogni piccolo pezzo della storia genoana racchiusa nel museo allestito dalla Fondazione. Toccanti nel far partire un applauso spontaneo a Guido Gallarate, autore di un gol che valse lo scudetto alla Primavera del 1942, che ha voluto essere presente alla premiazione dei suoi «nipotini».
La Primavera di Chiappino si confronta con la storia
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