Primo contratto petrolifero dei ribelli: firmato con gli svizzeri

Il primo contratto per la fornitura di idrocarburi all’estero da parte della società nazionale del petrolio (Noc) libica, ora controllata dai ribelli che hanno abbattuto il regime di Gheddafi è stato firmato da una società svizzera: un paradosso, se si pensa che un paio d’anni fa il Colonnello aveva rotto i rapporti e addirittura minacciato una guerra alla Confederazione in seguito all’arresto avvenuto a Ginevra del suo scapestrato figlio Hannibal. Il colosso energetico elvetico Glencore ha firmato con la Noc un contratto propedeutico a quello definitivo, che potrà essere siglato solo tra alcuni giorni, quando le sanzioni delle Nazioni Unite nei confronti della Libia saranno revocate. Proprio ieri , il governo provvisorio libico ha reso noto che la produzione nei due principali campi petroliferi del Paese riprenderà il 12 o il 13 settembre. Anche in passato, la Libia è stata una fornitrice importante di petrolio e gas per il mercato svizzero.
Lo sconfitto regime gheddafiano continua intanto la propria lenta agonia. La Nato ha effettuato ieri bombardamenti sugli ultimi centri in mano ai lealisti, che a parte Sirte si trovano tutti nel deserto del sud libico: Sebha, Waddan, Hun. A Beni Walid è fallita la mediazione per la resa pacifica della roccaforte gheddafiana e ci si attende da un momento all’altro l’attacco decisivo dei ribelli, con gravi rischi per la popolazione civile.

E mentre i figli del Colonnello Saadi e Seif litigano a distanza, è ancora mistero sulla sorte del raìs in fuga: le ultime notizie lo vogliono nell’estremo sud della Libia, a poche decine di chilometri dal confine col Niger, protetto da tribù fedeli di tuareg.

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