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Il primo fu Ben Johnson, drogato come un cavallo

Andrea Rossi

Justin Gatlin non è che l’ultimo di una lunga serie. Quasi vent’anni di scandali, rumors, polpette avvelenate e siringhe anonime. La memoria vola dritta a Ben Johnson. Olimpiadi di Seul, ’88. Il canadese incanta il mondo: oro nei 100 e record del mondo, 9”79. Due giorni dopo i test antidoping lo incastrano. Era imbottito di steroidi anabolizzanti, quelli che si usavano per dopare i cavalli. Qualche anno dopo viene pizzicato di nuovo e squalificato a vita. Nel frattempo, via il record, medaglia d’oro a Carl Lewis, il figlio del vento, trovato positivo all’efedrina pochi mesi prima ai Trials Usa, ma graziato. Andiamo bene.
Per anni succede poco. O per lo meno, si sa poco. Solo Linford Christie, campione olimpico nei 100 a Barcellona ’92, finisce alla sbarra nel ’99: nandrolone. L’appuntamento è rinviato alle olimpiadi di Sydney 2000. Mancano poche settimane ai giochi australiani e scoppia la grana C.J. Hunter, il pesista Usa, più noto per essere il marito di Marion Jones. Test a sorpresa, positivo al nandrolone quattro volte in una manciata di mesi. Lacrime e disperazione: «Non so cosa sia successo», spiega. Dietro di lui Marion. Che giura: «È pulito, starò al suo fianco». Come non detto, tre mesi dopo lo scarica, gli sponsor consigliano di non mischiarsi troppo. Si lega a Tim Montgomery, astro nascente e futuro primatista nei 100. Bel colpo. Nel 2003, entrambi sono coinvolti nello scandalo Balco, il laboratorio californiano accusato di aver sintetizzato lo steroide Thg e di aver dopato campioni di atletica, baseball e football. Montgomery è squalificato per due anni a dicembre 2005 e privato del record mondiale del 2001. È la prima volta che si applica una condanna per doping sulla base di testimonianze, senza la controprova dei test. La scure dei giudici del Tas di Losanna cala anche su Dwain Chambers, campione europeo dei 100 metri, Kelly White e Chryste Gaines sprinter a stelle e strisce. Tutti coinvolti nel ciclone Balco. Che non risparmia Marion Jones, anche lei assidua frequentatrice della congrega. C.J. Hunter accusa l’ex moglie e il coach Trevor Graham: «Marion si dopava e Graham lo sapeva». La Jones respinge al mittente le accuse.
Il 2004 è un altro crocevia. Qualcuno si accorge, quattro anni dopo, che l’americano Jerome Young (oro nella 4x400 a Sydney) era zeppo di Epo. Ai giochi di Atene gli sprinter greci Kenteris e Thanou fuggono ai controlli della Wada, l’agenzia anti-doping. Vengono sospesi, poi confessano e sono squalificati per due anni. Puniti anche Robert Fazekas (scambio provette), oro del disco, Adrian Annus, oro nel martello e la Korzhanenko (steroidi), oro del peso. L’ultimo caso è di pochi giorni fa.

La discobola russa Natalia Sadova, campionessa olimpica ad Atene solo due anni fa, viene squalificata per due anni.

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