Cultura e Spettacoli

Primo maggio record: Vasco fa rock, Castellitto fa spot

RomaPoi alla fine Vasco ha fatto un gran concerto. Cinquanta minuti. Intensi. Spettacolari. Mica è facile salire su di un palco in piazza San Giovanni davanti a centinaia di migliaia di persone, esauste da ore di attesa e di musica e di retorica, e riuscire a commuoverle, a convincerle, a farle diventare una persona sola. Gli organizzatori del Concertone del Primo Maggio, ventesima edizione, forse la migliore, al solito veltronianamente esagerano: dicono che nell’enorme piazza fossero in 800mila, in realtà erano molti di meno ma chissenefrega. I dati Auditel invece sono inconfutabili: share dell’11,91 per cento, quasi il triplo dell’anno scorso, e picchi di quattro milioni di telespettatori al cospetto di Vasco.
Quando lui è salito in scena, poco prima delle 22, giubbotto di pelle chiara e cappellino girato al contrario, la platea è esplosa perché in fondo era lui che aspettava. Certo, sin dalle 15 sul palco erano sfilati a decine, dai Nomadi agli Afterhours passando per, tanto per dire, Bandabardò, Malfunk ed Enzo Avitabile, tutti convincenti e qualcuno, come i maestri della Pfm, davvero stellare perché capace di andare dritto al cuore del rock senza perdersi in slogan un tanto al chilo.
Ad esempio Caparezza: ottimo set il suo, d’altronde lui è uno dei più creativi della nuova generazione. Ma, se gli capita, non inciampi più nei luoghi comuni a sfondo politico tipo quando ha detto che «un anno fa ho scritto una canzone in cui immaginavo che gli avanzi dei reality confluissero in un partito: ora qualcuno ci ha pensato seriamente». Risate per forza. Però che noia. E poi la realtà dice il contrario: basta dare un’occhiata alle liste per le Europee, un’occhiata anche fugace, caro Caparezza.
In ogni caso la stragrande maggioranza era lì per Vasco e tanti erano arrivati il giorno prima per il suo unico concerto (pare) del 2009. E non c’è niente da fare: ha sempre la classe del rocker, viva e imprevedibile, anche quando ha citato Berlusconi in Non appari mai o, durante Vieni qui, lo ha invitato a partecipare al concerto: «Silvio vieni qui». E comunque la sua inedita versione di Sono un ragazzo di strada, scritta dai Corvi nel 1966, è stato un momento memorabile, altro che. Molto meno memorabile invece lo spot matrimoniale del presentatore Sergio Castellitto, che per introdurre Vasco Rossi ha letto una pagina del libro di sua moglie, Margaret Mazzantini.

Suvvia, un po’ di stile.

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