I colonnelli del Pdl tirano un sospiro di sollievo. Un emendamento al decreto Milleproroghe approvato due giorni fa dalle commissioni Affari costituzionali e Bilancio del Senato riporta a sessanta il numero dei consiglieri e a quindici gli assessori nei Comuni con più di un milione di abitanti. Una richiesta presentata dal senatore pidiellino nonché vicesindaco di Roma Marco Cutrufo, ma da cui trarranno beneficio anche le altre città metropolitane che a maggio vanno al voto, Milano, Torino e Napoli. E tirano il fiato i coordinatori locali impegnati a far quadrare le liste ridotte a 48 consiglieri con lesigenza di riconfermare gli eletti in carica (evitando mal di pancia in aula) e nello stesso tempo inserire i giovani allevati nei consigli di zona e qualche rappresentante della società civile. Una coperta troppo corta. Ma con il via libera di venerdì sera, sotto la Madonnina assicurano che è fatta. Il testo arriverà lunedì in aula e già martedì dovrebbe essere votata la fiducia sul maxiemendamento del governo che, nelle intenzioni dei relatori, rispetterà quello uscito dalle commissioni. Quindi passerà al vaglio della Camera.
La scorsa estate il sindaco Letizia Moratti aveva annunciato tagli alle poltrone nel 2011, «credo sia giusto tutto quello che può rappresentare una riduzione del costo della politica, ma mi confronterò con la maggioranza». Unimposizione in realtà che era dettata dalla legge degli enti locali. Ma ora arriva il salva-metropoli. E anche se la Lega allora chiese persino di anticipare i tempi, accorpando subito deleghe e mandando a casa tre o quattro assessori, bisognerà vedere se alzerà ancora le barricate. In caso di rielezione contare su quindici invece che dodici poltrone, con le liste civiche e la possibilità che in caso di ballottaggio si riaprano i giochi (e i posti in giunta) con il Terzo polo, farà comodo anche al Carroccio.
Ritrovano appeal (e candidati) anche i consigli di zona. Dal giugno scorso gli eletti non ricevevano più il gettone di presenza. Conseguenza: un vespaio di polemiche, commissioni e sedute deserte da sei mesi, il rischio di una scarsa collaborazione in campagna elettorale. Ma con il Milleproroghe, e a decorrere già da gennaio, nelle città metropolitane capoluogo di regione gli eletti torneranno a percepire lo «stipendio».
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