Primo vaccino contro il virus A Fazio: «L’Italia è in anticipo»

Angelo Ciconali sorride. Fino a ieri era «solo» il direttore del servizio igiene pubblica della Asl di Milano. Oggi è diventato una star e la sua foto è immortalata su tutti i giornali. È infatti il primo cittadino dell’intera comunità europea ad essere stato immunizzato contro il virus H1N1, responsabile dell’influenza A.
A rompere la prima fiala del vaccino è stato un collega, Luciano Bresciani, assessore alla sanità della Lombardia nonché medico e cardiochirurgo. «Abbiamo appena varato la sconfitta del virus suino», ha dichiarato l’assessore che ha spiegato il criterio graduale da seguire per le altre vaccinazioni, aumentandole grado per grado fino a portarle a regime nei prossimi giorni. Ciconali, invece ha risposto alle telefonate dei giornalisti subito dopo aver fatto l’iniezione. Come sta, dopo la puntura? «Sono vivo, e in apparenza sono in buona salute - scherza il medico - sono contento di aver fatto il vaccino». E voglio sollecitare i miei colleghi a seguire il mio esempio.
La sua esortazione ha radici fondate. Secondo un sondaggio condotto dalla Fimmg, la Federazione italiana dei medici di medicina generale, solo quattro medici di famiglia su dieci intendono vaccinarsi contro l’influenza A. E questo conferma il trend ormai decennale di scarsa adesione dei medici alle vaccinazioni, se si considera che ogni anno meno del 30 per cento dei camici bianchi si protegge contro l’influenza stagionale. Una situazione che preoccupa lo stesso segretario nazionale Fimmg. «Bisogna fare di più - commenta Giacomo Milillo - e per questo metteremo in campo iniziative di sensibilizzazione dei medici per vaccinarsi. Il 40 per cento non basta: dobbiamo alzare questa percentuale perché nel caso del vaccino contro il virus A la funzione non è di proteggere il medico, ma garantire l’assistenza e tutelare i pazienti».
Un altro medico che sembra non dare il buon esempio è lo stesso vice ministro alla Salute Ferruccio Fazio che ha più volte ripetuto che non si vaccinerà contro l’influenza A. Però ne ha spiegato le ragioni. Lui è un over 65. «Io – ha affermato – non rientro nelle categorie per cui è prevista l'offerta del vaccino. È molto improbabile che mi prenda questa influenza, solo il 3% della popolazione nella mia fascia d'età è stato contagiato dall'H1N1». Fazio, però, ha rassicurato sulla virulenza di questa influenza. «L’allarme è sicuramente sopravvalutato. Il virus è più leggero di quello dell'influenza stagionale dato che i casi rilevati dall’Istituto superiore di Sanità sono poco più di 10mila, mentre noi pensiamo che siano da 50 a 100mila.

Questo vuol dire che molti hanno preso l’influenza e non se ne sono neanche accorti». In ogni caso, aggiunge il ministro, «nella distribuzione del vaccino non si deve parlare di ritardi, ma di «anticipi, perché siamo i primi in Europa».

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