da Bari
Alla fine la pagina è stata rimossa. Ma cè voluto lintervento del Garante per la privacy per cancellare dal Bollettino on line della Regione Puglia i dati sanitari di 4.500 persone, disabili che fanno parte di una graduatoria per ottenere un contributo per lacquisto di un computer.
Il divieto di pubblicazione è stato deciso dopo aver riscontrato una serie di violazioni nel campo del trattamento dei dati personali, violazioni elencate una dopo laltra nelle due pagine del provvedimento. In rete, su quella pubblicazione web accessibile attraverso il sito della Regione Puglia, erano finiti non soltanto gli elenchi completi delle domande presentate, ma anche nomi e cognomi ai quali venivano associate le patologie, anchesse inserite senza alcun accorgimento; e poi ancora: trovavano posto le istanze accolte e quelle respinte, corredate peraltro dalle motivazioni che avevano portato al rifiuto. Insomma, una valanga di dati approdati sulla rete senza confini di Internet, una valanga di dati che dovevano rimanere riservati e che invece sono divenuti consultabili sul web nonostante le chiare disposizioni in materia di privacy. E così alla fine è stato necessario lintervento del Garante, che ha approfondito la vicenda dopo una segnalazione: sono stati quindi avviati accertamenti, è stato ricostruito quanto accaduto, è stata esaminata con attenzione la pubblicazione del Bollettino consultabile sul sito della Regione ed è stata presa la decisione di vietare la diffusione delle informazioni. Una disposizione che poi ha portato alla rimozione della pagina. Ma se quelle informazioni sono state cancellate, non è stato cancellato lo sconcerto a proposito di questo capitombolo della Regione sul delicato fronte della comunicazione.
Una vicenda ricostruita nei particolari dal Garante nelle due pagine del provvedimento. Sul Bollettino ufficiale non cerano soltanto i nomi e cognomi, non cerano solo le patologie (problemi di movimento, udito, linguaggio, vista), ma erano precisati anche i motivi che avevano portato alla esclusione di determinate persone dalla graduatoria degli ammessi al contributo per lacquisto del computer. In pagina trovavano infatti posto anche dettagli come «disabilità non grave» oppure «disabilità non uditiva». Ma non è tutto. Nel corso degli accertamenti è stato rilevato che persino le informazioni relative a codice fiscale, comune di residenza e data di nascita erano integralmente visibili attraverso la semplice trasposizione del documento da «pdf» in «word». Nel provvedimento del Garante viene infatti precisato che nella pubblicazione del Bollettino, in corrispondenza della casella relativa a quelle notizie, era stata apposta effettivamente la scritta «omissis», ma in realtà è spiegato sempre nella decisione «tale mascheramento non consente di oscurare dai suddetti file i dati».
Dopo aver esaminato quanto accaduto e dopo aver esposto punto per punto le violazioni riscontrate, il Garante ha disposto il divieto di pubblicazione di quelle informazioni personali. Una misura ritenuta necessaria «anche si legge nel provvedimento - in ragione del cospicuo numero di soggetti interessati dallindiscriminata diffusione di dati idonei a rivelare lo stato di salute degli interessati conoscibili mediante la consultazione del Bollettino ufficiale della regione».
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