Privatizzazioni. I complottisti leggano ciò che disse Mario Draghi

Siccome pochi le hanno sentite, ma molti pensano che le parole di Mario Draghi sul "Britannia" nel 1992 sono da complotto, conviene in questa rubrica riprenderle.

Privatizzazioni. I complottisti leggano ciò che disse Mario Draghi

Siccome pochi le hanno sentite, ma molti pensano che le parole di Mario Draghi sul «Britannia» nel 1992 sono da complotto, conviene in questa rubrica riprenderle. Si tratta a ben vedere di un piccolo trattato liberale sulle privatizzazioni e sui reali motivi per i quali sono desiderabili. Eccolo.

«PRIMO: privatizzazioni e bilancio. La privatizzazione è stata originariamente introdotta come un modo per ridurre il deficit di bilancio. Più tardi abbiamo compreso, e l'abbiamo scritto nel nostro ultimo rapporto quadrimestrale, che la privatizzazione non può essere vista come sostituto del consolidamento fiscale, esattamente come una vendita di asset per un'impresa privata non può essere vista come un modo per ridurre le perdite annuali. Gli incassi delle privatizzazioni dovrebbero andare alla riduzione del debito, non alla riduzione del deficit».

«SECONDO: privatizzazioni e mercati finanziari. La privatizzazione implica un cambiamento nella composizione della ricchezza finanziaria privata dal debito pubblico alle azioni. L'effetto di riduzione del debito pubblico può implicare una discesa dei tassi di interesse».

«TERZO: privatizzazioni e crescita. (In molti casi) vediamo le privatizzazioni come uno strumento per aumentare la crescita. Nella maggior parte dei casi la privatizzazione porterà a un aumento della produttività, con una gestione migliore o più indipendente, e a una struttura più competitiva del mercato... In alcuni casi, per trarre beneficio dai vantaggi di un aumento della concorrenza derivante dalla privatizzazione, potrebbe essere necessaria un'ampia deregolamentazione».

«QUARTO: privatizzazioni e depoliticizzazione. Un ultimo aspetto attraente della privatizzazione è che è percepita come uno strumento per limitare l'interferenza politica nella gestione quotidiana delle aziende pubbliche. Questo è certamente vero e sbarazzarsi di questo fenomeno è un obiettivo lodevole. Tuttavia, dobbiamo essere certi che dopo le privatizzazioni non affronteremo lo stesso problema, col proprietario privato che interferisce nella gestione ordinaria dell'impresa.

Qui l'implicazione politica immediata è l'esigenza di accompagnare la privatizzazione con una legislazione in grado di proteggere gli azionisti di minoranza e di tracciare linee chiare di separazione tra gli azionisti di controllo e il management, tra decisioni societarie ordinarie e straordinarie».

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