di S. Fred Singer
Lo scorso 19 giugno Il Giornale mi definì «il re degli anticatastrofisti». La settimana dopo, il 26 giugno, Le Monde definì il dr. James Hansen, direttore al Goddard Institute for Space Studies della Nasa, «il re dei catastrofisti». Fu nel 1988 che Hansen andò a Washington a sostenere che il riscaldamento globale era, con certezza del 99%, d’origine antropica. A quel tempo, Hansen prevedeva enormi aumenti di temperatura e apocalittiche conseguenze (tipo rapido innalzamento del livello dei mari) nel caso non avessimo interrotto l’uso dei combustibili fossili per produrre energia.
Queste sensazionali affermazioni mi indussero a pubblicare, prima, un editoriale sul Wall Street Journal, poi - assieme all’oceanografo R. Revelle e all’esperto di energia C. Starr - un articolo più dettagliato e, infine, a studiare a fondo l’intera questione, con la conclusione che i cambiamenti climatici sono causati dalle forze della Natura e non dalle emissioni antropiche di gas-serra.
Oggi, dopo 20 anni, assistiamo a temperature che non sono aumentate - anzi, è da 10 anni che stanno diminuendo - e a livelli dei mari immutati e, comunque, ben lontani dalle catastrofiche previsioni di Hansen. Curiosamente, a dispetto di ciò, la statura di Hansen quale «profeta» dei «fedeli» del riscaldamento globale antropogenico non è stata minimamente ridimensionata: gli accoliti di Al Gore continuano a considerarlo l’oracolo della scienza del clima. Hansen stesso, invece, è rimasto deluso dai fatti, cosa che ha influenzato negativamente la propria percezione scientifica: egli è, sì, in completo disaccordo con un numero sempre più crescente di scienziati, cosiddetti «scettici», che considerano principalmente naturali le cause dei cambiamenti climatici; ma è anche in disaccordo con gli esperti climatici dell’Ipcc per i quali la causa è principalmente l’uomo.
Ad esempio, il gruppo di Hansen ha pubblicato dati di temperature che lo scorso anno ha dovuto rivedere in seguito a un fondamentale errore scopertovi dallo statistico canadese Stephen McIntyre: dopo le revisioni, l’anno più caldo del secolo occorso negli Usa è risultato essere il 1934 e non il 1998. Ancora: in un articolo del 2005 Hansen annunciò di aver trovato, nell’aumento delle temperature egli oceani, la prova regina del riscaldamento globale antropogenico; l’annuncio si dimostrò falso, e a peggiorare le cose ci si mise pure il fatto che le temperature oceaniche smisero di aumentare. Non a caso l’Ipcc, a sostegno delle proprie convinzioni dell’origine antropica del riscaldamento globale, Hansen neanche lo cita.
In cambio, Hansen considera l’Ipcc in errore. Secondo Hansen, infatti, l’aumento del livello dei mari per secolo dovrebbe essere di 600 cm, e non di 50 cm, come sostiene l’Ipcc (secondo me l’aumento del livello dei mari nel prossimo secolo sarà di circa 18 cm, cioè lo stesso che occorre, ogni secolo, da diecimila anni). Inutile dirlo, Al Gore propaganda solo le previsioni di Hansen, accompagnandole con terrificanti immagini di inondazioni.
Ogni discussione scientifica con Hansen è diventata impossibile: la sua fede nella catastrofe climatica è diventata fanatismo religioso. Egli lamenta di essere una figura isolata, imbavagliato da forze malefiche mentre tenta di gridare, solitario, nel deserto. Nella sua audizione a Washington, lo scorso mese, ha invocato che i petrolieri fossero processati per «gravi crimini contro l’umanità e la natura».
S. Fred Singer
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