Una processione di adolescenti in cerca di un «rimedio»

Una processione di adolescenti in cerca di un «rimedio»

La volontaria storce il naso davanti alle ragazzine che ridono. «Ma le sembra possibile che vengano qui addirittura in quattro e per una ragione simile? E là ce ne sono altre tre, con un ragazzino...Poi dicono che qui al lunedì mattina non si possa venire perché c’è l’intasamento...».
Pronto soccorso ginecologico della clinica Mangiagalli, via Commenda 12. Il lunedì è davvero un giorno critico, soprattutto per il personale. E per le adolescenti. Che, reduci da un fine settimana di passione «incontrollata» (e, regolarmente, non protetta) sono alla forsennata ricerca della pillola del giorno dopo. Non è un problema da poco, non siamo qui per minimizzare: una gravidanza non desiderata e che potrebbe verificarsi, ma anche no, è un bel dilemma, soprattutto quando si frequenta ancora il liceo e i genitori sono all’oscuro di tutto. Ma la ragazzina che teme di essere rimasta incinta e non vorrebbe, quando va bene al pronto soccorso della Mangiagalli si fa accompagnare dal fidanzatino. Oppure da un’amica. E dall’amica che consola l’amica che è venuta per lei. Insomma: una processione, troppa gente, inutili capannelli di faccine con il trucco sfatto e la risata facile. Che vanno ad aggiungersi alle malate di endometriosi, alle donne in avanzato stato di gravidanza che sono corse lì perché hanno avuto delle perdite e temono di abortire. E a tutte coloro che attendono pazientemente un responso sulla piccola vita che portano dentro e per la quale sperano, temono e trepidano. Risultato: nella sala d’aspetto ci sono 15 persone e 4 sono ragazzine con relativo seguito.
«La pillola del giorno dopo viene prescritta dopo un rigoroso controllo medico - ci spiega ancora la volontaria ospedaliera -. Non la si può prescrivere, senza avere un esito degli esami del sangue. Un accertamento, quello del prelievo, che, nel migliore dei casi, obbliga la persona ad aspettare circa 40 minuti. Poi c’è l’incontro con la ginecologa. Che parla con la ragazza per spiegarle come funziona, cos’è e cosa non è questa pillola, assicurandosi che abbia capito a fondo tutte le eventuali controindicazioni e invitandola poi a farsi visitare dal suo ginecologo e a fare un’ecografia addominale.

Si rende conto - conclude la donna alterata - che , per non intasare la normale routine, servirebbe un pronto soccorso ginecologico solo per prescrivere questa benedetta pillola? E poi parlano male della sanità italiana...» .

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