Processo Un agente: «Cucchi disse che i carabinieri l’avevano pestato»

Quando Stefano Cucchi, dopo la convalida del suo arresto per droga, entrò in carcere a Regina Coeli, disse all’agente dell’ufficio casellario della struttura penitenziaria «che lo avevano arrestato per droga e che era stato menato all’atto dell’arresto». La prima volta disse «che era stato picchiato dai carabinieri»; in un secondo momento sottolineò solo che «era accaduto all’atto dell’arresto», senza andare oltre. Lo ha detto l’assistente della polizia penitenziaria Bruno Mastrogiacomo, sentito come testimone al processo per la morte di Cucchi avvenuta una settimana dopo quell’arresto. «Cucchi mi disse - ha aggiunto Mastrogiacomo - che fino a quando, durante il suo arresto, era stato in piedi, era riuscito a parare qualche colpo; poi non più».

L’agente, sollecitato con domande sui tratti somatici e sulle movenze di Cucchi quando lo vide, ha precisato che «era violaceo in viso, tumefatto, rossastro sotto gli occhi, ma non so dire se erano lividi. Tant’è che mi venne spontaneo chiedergli ’Ma hai fatto un frontale con un treno?’. Poi, aveva un segno rosso all’altezza dell’osso sacro. Camminava a fatica, trascinava un pò la gamba e non poteva stare seduto».

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