Il tam tam on line va avanti da giorni: i centri sociali si sono organizzati e stamattina si troveranno davanti allaula bunker in piazza Filangieri, dove è in programma la sentenza contro i presunti brigatisti coinvolti nellinchiesta «Operazione Tramonto» che portò a diversi arresti nel febbraio 2007. Sono bastate poche mail, qualche scambio di battute nelle chat, per radunare tutti e mettere a punto la protesta. Ci si è accordati su ora, posto, sugli striscioni da preparare: «Libertà per i compagni» scrivono su lenzuoli bianchi i sovversivi dei centri sociali, firmandosi con la stella rossa a cinque punte «racchiusa» dietro le sbarre di una cella. Lassociazione formata dai parenti e dagli amici degli arrestati, attraverso il sito del collettivo politico Gramigna, ha lanciato lappello ed ha invitato tutti a partecipare alla sentenza.
«Allultima udienza - si legge in un piccato comunicato del gruppo - da subito si è notata la presenza di tanti giornalisti, strana per unudienza in cui dovevano parlare solo gli imputati: erano a caccia di scoop per preparare meglio il clima forcaiolo attorno alla sentenza. Abbiamo capito lintento: unire nel solito calderone del terrorismo tutti i compagni». «Ci sembra che il blitz avvenuto laltro giorno - proseguono i compagni dei centri sociali, facendo riferimento ai sei arresti dei presunti brigatisti - nel quale sono stati coinvolti anche dei compagni milanesi, rilasciati in nottata, sia la solita e odiosa storia di sbattere il mostro in prima pagina».
Intanto, come misura cautelativa, è stata affidata una scorta al presidente della prima Corte dassise: non avrebbe ricevuto alcun tipo di minacce ma gli è stata affidata per motivi di sicurezza.
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