Processo a Calciopoli, tutte le intercettazioni

Ecco le 75 registrazioni delle telefonate uscite dal processo di Napoli. Sono coinvolte otto squadre. La difesa di Moggi vuol far decadere l'associazione per delinquere. Ma la Figc, adesso, deve dire la verità ai tifosi. ASCOLTA LE TELEFONATE

Processo a Calciopoli,  
tutte le intercettazioni

Eccole. Sono le 75 intercettazioni recuperate dai legali di Moggi nel processo di Napoli da esibire nell’udienza di martedìprossimo, dinanzi al presidente dottoressa Casoria. Sono tutte, senza esclusione alcuna, trascritte una pe runa,e raggruppate per squadra di riferimento nelle pagine interne (otto i club coinvolti in questo troncone, più Juve, Lazio e Fiorentina protagoniste del precedente capitolo fanno un totale di 11 squadre; 11 squadre su 20 squadre iscritte alla serie A), offrono al lettore disincantato e al tifoso interessato e no, lo scenario inquietante del calcio italiano di quei mesi, già uscito drammaticamente compromesso dai processi sportivi dell’estate rovente del 2006. Contengono i colloqui più controversi tra Facchetti e Bergamo, presidente dell’Inter e designatore arbitrale dell’epoca, che hanno dato vita alle recenti polemiche, e anche quelli meno rilevanti: tutti insieme denuncian oil malcostume, le discutibili abitudini, l’intreccio perverso dei rapporti.

Sono pronte per essere lette e valutate da un pubblico composito, il pubblico dei nostri lettori, che può diventare la giuria più attendibile del materiale messo a disposizione, senza l’aggiunta di valutazioni moralistiche, né dischieramenti ideologici per sottrarre il dibattito albar dello sport e ancorarlo invece alle riflessioni più immediate, chi chiama chi, per cosa, l’argomento in discussione, la familiarità tradita. Si parla di tutto: dalle condizioni del prato di San Siro agli accrediti per Italia-Scozia. L’elenco delle richieste di biglietti-omaggio è molto lungo: se ne trovano traccia in numerose conversazioni. È l’unico caso in cui la meraviglia può restare a casa a dormire. Ma non ci sono solo biglietti in ballo.

In una conversazione, intervenuta tra l’arbitro romano De Santis (a giudizio con Moggi nel processo di Napoli) e l’addetto agli arbitri del Milan Leonardo Meani, avvenuta apoche ore dal derby di SanSiro (Inter-Milan 0-1), il fischietto richiede per alcuni suoi amici «quattro maglie rosso-nere», confezionate con un colletto particolare. Non sono disponibili, deve attendere che arrivino i rifornimenti dallo sponsor, la risposta ottenuta. Domanda: così si comporta un arbitro? Nessuno pensi a un refuso se a un certo punto s’imbatterà in Rino Foschi, allora ds del Palermo, che s’infiamma con Pairetto, l’altro designatore, per un sorteggio sospetto, che cancella dalla griglia Collina per «scodellare» Rodomonti a lui sgradito e poi se lo ritrova, alle prese, con lo stesso Pairetto, mentre prende cappello per censurare il comportamento di alcuni assistenti nel corso di una partita col Cesena, serie B. L’attivissimo Foschi serve due padroni oppure, essendo di Cesena, fa da protettore della squadra della sua città?

Paolo Bergamo è uno dei più gettonati nelle 75 telefonate per motivi di ufficio in moltissimi casi, ma anche per pubbliche relazioni stravaganti. È vero, il dirigente livornese sotto tiro di critiche e censure, cerca di guadagnarsi simpatia e consensi in vista di una eventuale riconferma: cene a parte (con Moggi, Giraudo e Facchetti), al telefono con Moratti fa l’interista («vinciamo insieme» prima di Inter-Sampdoria), con Galliani fa il milanista ferito («in famiglia siamo traumatizzati» dopo la sconfitta 0 a 1 con la Juve), incoraggia Spalletti (all’epoca tecnico dell’Udinese, «sei blindato con i due assistenti») e rassicura Foti (presidente della Reggina) più Cellino (presidente del Cagliari) prima di chiamare Renato Cipollini, presidente del Bologna, per ottenere il cellulare di Carletto Mazzone, allenatore del Bologna, da passare a un giornalista interessato a una intervista.

Per fortuna ciò che era consentito a molti ma non noto a tutti (Della Valle e Cellino confessano di non conoscere il via libera alle telefonate dirette al designatore) in quegli anni, ora è severamente vietato: il designatore non può preoccuparsi di alcuni club ma di tutte le 20 società iscritte alla serie A che hanno pari dignità, sono scortate dalla passione dei tifosi, mettono in campo le rispettive potenzialità economiche. Il contenuto delle 75 intercettazioni può avere due profili. Uno è penale: toccherà al tribunale di Napoli valutarlo. La mossa della difesa di Moggi è tesa a dimostrare che essendo la modalità dei contatti con i designatori praticata da molti altri dirigenti di numerosi club, Inter in testa, il reato di associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva per l’ex dg juventino, è destinato a cadere.

Il profilo sportivo è sotto gli occhi di Stefano Palazzi, super-procuratore della federcalcio che ha già aperto il fascicolo nel quale può collezionare l’edizione odierna de il Giornale. Ha a disposizione tutta la materia su cui avviare l’indagine, muovendosi tra le curve strettissime della prescrizione (2 anni per i club, 4 per i tesserati per ogni conversazione avvenuta entro il 30 giugno 2005) e la necessità di colmare i vuoti rispetto alle sentenze dell’estate 2006 ormai evidenti.

Forse è l’occasione giusta per stabilire un principio e rinnovare una promessa: il principio è che i conti, anche se in ritardo si pagano; la promessa è che mai più il calcio italiano deve cadere così in basso per evitare che, come è accaduto nel nostro caso, siano i tifosi le vere vittime.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica