Processo Ifil-Exor: assolti i manager Gabetti, Grande Stevens e Marrone

Sentenza del tribunale di Torino: erano accusati di aggiotaggio informativo. L’accusa aveva chiesto la condanna di tutti

Processo Ifil-Exor: assolti i manager 
Gabetti, Grande Stevens e Marrone

Torino - Il tribunale di Torino ha assolto Gianluigi Gabetti, Virgilio Marrone, e Franzo Grande Stevens perchè il fatto non sussiste. L’accusa era di aggiotaggio informativo. Il processo è ruotato intorno all’operazione finanziaria di equity-swap che nel settembre 2005 permise a Ifil, oggi Exor, di mantenere il controllo Fiat, in pratica il 30% dopo la conversione in azioni del cosiddetto prestito convertendo, concesso da un pool di 8 banche. Nel mirino dei giudici c’era il comunicato stampa del 24 agosto 2005 che emise Ifil su specifica richiesta Consob, che informava che non erano allo studio iniziative sul titolo Fiat. Nella nota si leggeva anche che Ifil intendeva rimanere azionista di riferimento. Il pm Giancarlo Avenati Bassi aveva chiesto due anni e sei mesi per Grande Stevens, due anni per Gabetti e un anno e sei mesi per Marrone. Le condanne erano state chieste il 7 gennaio scorso. Il tribunale di Torino avrebbe dovuto pronunciare la sentenza lo scorso aprile ma il giudice Giuseppe Casalbore aveva ordinato una perizia super partes con esperti nominati da lui stesso. Alla luce della perizia a inizio novembre il pm Avenati Bassi aveva ribadito le richieste di condanna.

Gabetti: sentenza dell vita "Alla mia età, questa è la sentenza di una carriera, di una vita. Per me vuol dire molto". È il commento a caldo del presidente d’onore di Exor, Gianluigi Gabetti. "Quando si ha la coscienza pulita si ha il diritto e il dovere di sperare".

"È quello che mi aspettavo", esprime soddisfazione Franzo Grande Stevens, avvocato da sempre vicino alla famiglia Agnelli, al termine del processo. "Ma non mi immaginavo un epilogo in un senso o in un altro perchè fino all’ultimo non si può mai sapere", ha aggiunto Grande Stevens per cui il pm Giancarlo Avenati Bassi aveva chiesto la pena più severa, due anni e sei mesi.

"È una sentenza che riflette la realtà dei fatti" e "riconosce che non c’è stato alcun crimine", dice Virgilio Marrone,

all’epoca dei fatti direttore generale di Ifi, sulla sentenza che ne ha decretato la sua assoluzione al processo Ifil-Exor, per l’equity swap del 2005, che permise all’Ifil di rimanere azionista di maggioranza di Fiat. 

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