Roma - La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di
secondo grado che condannava l'avvocato inglese David Mills a quattro anni e mezzo, accogliendo la richiesta del
procuratore generale Gianfranco Ciani. La condanna è stata annullata per intervenuta prescrizione: il reato è stato datato nel '99 e non nel 2000 come sostenevano i pm. Il pg, inoltre, ha detto che non sono ravvisabili motivi per una pronuncia di proscioglimento nel merito dell'imputato e, pertanto, ha chiesto la conferma del risarcimento dei danni da 250mila in favore di Palazzo Chigi: la Corte ha sottoscritto. Mills era stato lo scorso
27 ottobre con l’accusa di aver ricevuto 600 mila dollari in cambio di dichiarazioni false o reticenti
nell’interesse di Berlusconi nei processi All Iberian e quello sulla corruzione di ufficiali della guardia di
finanza. La decisione avrà conseguenze sul processo gemello che coinvolge il presidente del
consiglio Silvio Berlusconi e che riprenderà sabato davanti al tribunale di primo grado di Milano.
L'avvocato Longo: "Dato torto a tesi procura" "Non è stata data ragione alla tesi della procura". Questo il primo
commento a caldo di Piero Longo, uno degli avvocati di Silvio Berlusconi. Tuttavia, per capire quali
potranno essere gli effetti sul procedimento in corso a carico del presidente del consiglio "bisognerà
vedere il meccanismo per il quale è stata stabilita la prescrizione. Il pm di Milano vince le battaglie, ma non la guerra. Oggi sicuramente lui non è contento". Poi: "È prematuro fare commenti su una sentenza della Cassazione di cui non conosco il dispositivo. In ogni caso,
quello che ha deciso la Suprema Corte riguarda solo Mills e non anche Berlusconi. Succede spesso che ci siano
sentenze difformi dalle Sezioni Unite della Cassazione".
I difensori Mills: "Siamo soddisfatti"
"Siamo soddisfatti: è comunque, e in ogni caso, una decisione che riforma il verdetto emesso dalla Corte di appello di Milano. Mills aveva una condanna per una pena non trascurabile e dunque non possiamo che essere soddisfatti". Lo hanno dichiarato i legali di David Mills, avvocati Alessio Lanzi e Federico Cecconi. "Adesso bisognerà aspettare la lettura delle motivazioni perchè potrebbero rivelare una attenuazione della responsabilità di Mills come teste reticente" hanno aggiunto gli avvocati.
Incertezza sulla data Infine il pg ha ricordato che, comunque, "quando c’ è incertezza sulla
data di commissione di un reato, da sempre vale la regola del favor rei: e il decorrere
della prescrizione va fissato nel momento più favorevole all’ imputato". Dunque, l’11
novembre 1999 "con la conseguente dichiarazione di prescrizione, dal momento che
la corruzione in atti giudiziari ha una pena massima che arriva fino a 8 anni".
Il ricorso L’udienza è iniziata con la relazione del consigliere Aldo Fiale. Il collegio è presieduto da Torquato Gemelli. Mills ha fatto ricorso in Cassazione contro la sentenza emessa il 27 ottobre 2009 dalla Corte d’Appello di Milano. Il verdetto di primo grado, conforme a quello di secondo grado, è stato pronunciato il 17 febbraio 2009.
Il caso Oggetto del processo un presunto versamento di 600mila dollari che Mills avrebbe ricevuto per rilasciare dichiarazioni false o reticenti in due vecchi processi milanesi: All Iberian e quello sulla corruzione nella Guardia di Finanza. Una corruzione in atti giudiziari che i giudici d'appello hanno ritenuto "susseguente" e non "antecedente" alle testimonianze di Mills. Il denaro sarebbe stato promesso a Mills nel 1999 e il reato si sarebbe consumato il 29 febbraio del 2000. La prescrizione maturerà il prossimo 11 aprile.
La ricostruzione dei fatti Il momento in cui si consumò il reato fu infatti, per i giudici milanesi, il 29 febbraio 2000, quando il legale inglese, ritenuto l'ideatore del sistema di società off shore della Finivest entrò nella disponibilità della somma che, secondo l'accusa, gli sarebbe stata promessa nel 1999. Il difensore di Mills, Federico Cecconi, ha sempre sostenuto l'estraneità del suo assistito alle accuse. Di quei 600mila dollari, per Cecconi, che si è avvalso di svariate consulenza, non vi è traccia nel processo. Mancano inoltre, la qualità di pubblico ufficiale in cui avrebbe reso quelle dichiarazioni, la prova di un accordo corruttivo e la prova che sia stata resa una falsa testimonianza per favorire Silvio Berlusconi.
Il processo a Berlusconi Per il Cavaliere il processo ricomincerà il 27 gennaio ed è ancora in primo grado per via della sospensione dovuta al Lodo Alfano, poi dichiarato parzialmente incostituzionale dalla Consulta. Il dibattimento è ancora alla fasi iniziali. Nella scorsa udienza, a gennaio, gli avvocati di Berlusconi, Niccolò Ghedini e Piero Longo, non hanno prestato il consenso all'utilizzabilità degli atti formatisi nel processo a Mills prima dello stralcio della posizione del premier in conseguenza del Lodo Alfano. I giudici li avevano invece ritenuti validi ma con la riserva di valutare la loro utilizzabilità di volta in volta. Poi avevano disposto un rinvio, in attesa, appunto, del verdetto della Cassazione per il coimputato del premier David Mills.
Il fatto che i giudici della Cassazione abbiano ritenuto configurabile il delitto di corruzione in atti giudiziari susseguente, fa sì che per Berlusconi la prescrizione non sia ancora maturata, proprio perchè i termini di questa erano stati sospesi durante l’interruzione del processo per effetto del Lodo. Certo, appare difficile che il processo al premier possa svolgersi in tutte e tre i gradi di giudizio senza cadere in prescrizione, proprio perchè questa maturerà fra11 mesi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.