Processo Novi La procura generale «apre un fascicolo» sull’inchiesta

(...) amministrativista Sergio Maria Carbone, l’armatore Aldo Grimaldi e l’ex segretario generale dell’Authority Sandro Carena: si vedono comminare una condanna a due mesi condonati e 200 euro di multa per turbativa d’asta. Nulla. Un «scemata» è il commento di Novi, rispetto a quello che aveva ipotizzato il pm Walter Cotugno che aveva chiesto per Novi la condanna a sei anni di reclusione e un anno di libertà vigilata. Ma il giudice per l’udienza preliminare Maurizio De Matteis non la pensa come il collega e assolve l’ex presidente per gli altri 12 capi di imputazione come falsità materiale, truffa, concussione e abuso d’ufficio. Pesanti anche le accuse per gli altri imputati, incriminati come Novi per la presunta spartizione illegale dell’area del terminal Multipurpose e la concessione di un maxi finanziamento indebito, sempre secondo l’accusa, alla Compagnia Unica.
Nel processo erano coinvolti anche l’avvocato generale dello Stato Giuseppe Novaresi (lui addirittura per aver rilasciato un parere, che è il suo lavoro), l’ex dirigente dell’Autorità Portuale Filippo Schiaffino e il viceconsole della Culmv Walter Marchelli, con Aldo Spinelli: tutti assolti perché «il fatto non sussiste». Immediatamente dopo, a sorpresa, entra in scena il procuratore generale Luciano Di Noto, massima autorità inquirente della Liguria. E un po’ si ribaltano i ruoli. Il pg chiede a Cotugno una relazione scritta su alcuni punti della conduzione dell’inchiesta. Vuol vederci chiaro. In particolare all’attenzione del procuratore generale non sarebbe sfuggita una memoria presentata dal pm circa un mese e mezzo fa, dove il magistrato aveva definito «umoristiche» le tesi difensive dei vari imputati, sottolineando che «sostenevano l’insostenibile» e che «facevano sorridere». Le espressioni usate da Cotugno avevano indignato i legali che non avevano mancato di farlo notare anche in sede istituzionale. Certamente come ha precisato il procuratore generale «se esiste l’ipotesi che il processo si sia svolto in maniera non corretta è nostro dovere intervenire». Insomma anche le parole di chi veste il ruolo inquirente vanno pesate, per non passare dalla parte di mero inquisitore. Il processo dei veleni ha causato profondi dolori familiari a tutti gli imputati, e come ha detto Novi «nessuno mi ripagherà del fatto che hanno fatto morire mia moglie e mi hanno arrestato». Di certo i legali degli imputati condannati per turbativa d’asta faranno appello e probabilmente anche il pm non sarà da meno per ribadire i capi d’imputazione. Resta in piedi anche un altro capitolo non semplice. A fine giugno alcuni avvocati avevano presentato una denuncia contro la Guardia di Finanza. Secondo i legali sarebbero stati omessi atti utili a dimostrare l’innocenza di alcuni imputati che sono stati assolti.

Insomma irregolarità che avrebbero pesato sul processo. Il ruolo di garanzia ricoperto da Di Noto, porta a ritenere che qualcosa accadrà. Cosa è presto per dirlo. Forse un procedimento disciplinare? I veleni, insomma, sono ben lungi dall’essere finiti.

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