Processo rinviato ai liceali. E la polizia blinda la Statale

Processo rinviato ai liceali. E la polizia blinda la Statale

Nuove scritte contro i ragazzi di Cl alla Statale. E un altro giorno di inquietudine alla Cusl, la libreria universitaria da giorni sottoposta a un assedio fisico e psicologico da parte di autonomi e centri sociali.
Dopo dieci giorni di minacce e pressioni, ieri fortunatamente la tensione fisicamente si è allentata, e la libreria ha potuto restare aperta per buona parte del pomeriggio, ma le minacce non sono finite: nuove scritte sono apparse in più punti della facoltà, che è stata guardata a vista da una camionetta della Polizia ferma in largo Richini. La presenza si è resa necessaria per le contestazioni che negli ultimi giorni hanno coinvolto anche il rettore Enrico Decleva, cui non è stata risparmiata la stessa «gogna ideologica» riservata agli studenti, tanto che il numero uno dell’Università è stato costretto a rompere il silenzio che si era imposto nei nove giorni precedenti, tanto è durata l’aggressione a distanza.
L’intervento della Polizia era stato chiesto anche dall’assessore regionale e coordinatore provinciale del Pdl Romano La Russa: «Se i professori e il rettore non hanno il coraggio di intervenire per sedare questo clima di terrore - ha detto - siano il prefetto e la Polizia ad intervenire subito per riportare l’ordine». «Il clima che si respira all’università Statale - ha aggiunto La Russa - è a dir poco anacronistico e paradossale», sottolineando che la violenza e l’intolleranza verso gli studenti di Cl e Azione giovane sono «una vergogna».
La presenza delle Forze dell’ordine tuttavia non è considerata risolutiva dagli stessi studenti, anzi qualcuno teme che il clima di terrore possa riprendere tale e quale, se non saranno adottate misure interne di effettivo contrasto delle violenze e di emarginazione dei contestatori da parte delle istituzioni universitarie - rettorato e Senato accademico in primo luogo.
Intanto si è aperto ed è stato subito rinviato al 13 gennaio prossimo il processo a carico di Matteo Tunesi e Gianmarco Peterlongo, i due studenti liceali milanesi arrestati il 17 novembre scorso con l’accusa di resistenza e lesioni nel corso di una manifestazione non autorizzata nel centro del capoluogo lombardo. Prima di disporre il rinvio, il giudice Patrizia Lacaita ha ammesso le testimonianze di otto testi, quattro studenti per la difesa rappresentata dall’avvocato Mirko Mazzali, e quattro agenti di Polizia per l’accusa.


Il 18 novembre scorso il giudice aveva convalidato l’arresto dei due studenti legati al centro sociale Cantiere, ma ne aveva disposto la messa in libertà. Fuori dell’aula erano presenti una ventina di studenti venuti a portare la loro solidarietà agli imputati.

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