Processo Sandri, solo sei anni al poliziotto

«Basta, facciamola finita, non uccidiamo per la terza volta Gabriele». Così Cristiano Sandri rivolto ad amici e ultras che protestavano all’esterno del palazzo di giustizia di Arezzo, dove allo otto di ieri sera i giudici della corte d’assise hanno messo la parola fine al processo per l’omicidio del fratello Gabriele. Un richiamo alla calma, ma nessuno sconto per quello che tutta la famiglia Sandri reputa una sentenza scandalosa: sei anni di reclusione.
L’agente della Polstrada Luigi Spaccarotella, per il quale il pm aveva chiesto 14 anni di reclusione per omicidio volontario, è stato infatti condannato per omicidio colposo, con l’aggravante della previsione del fatto. Dopo otto ore di camera di consiglio i giudici hanno fatto loro la linea della difesa, che chiedeva la derubricazione del reato da omicidio volontario.
Al pronunciamento della sentenza, giunta dopo otto ore di camera di consiglio, in aula erano presenti i genitori, il fratello e molti amici di Sandri. Non c’era invece Spaccarotella, in vece del quale hanno parlato i suoi avvocati: «Sono contento per Spaccarotella», ha commentato l’avvocato Federico Bagattini, che con il collega Francesco Molino difende l’agente. «È stato riconosciuto quanto lui ha sempre detto, e cioè di non aver voluto ammazzare nessuno». «Ovviamente la pena è molto gravosa, troppo eccessiva, e su questo punto faremo appello. Intanto usciamo dall’omicidio volontario, che evidentemente è il risultato al quale tendevamo», ha aggiunto Bagattini. Opposte le reazioni della famiglia Sandri. Cristiano, poco prima di uscire dall’aula per placare gli animi degli amici di Gabriele, ha definito la sentenza come «una pagina triste della nostra Repubblica, mi auguro che in appello venga sicuramente riformata perché sarebbe indegna di un Paese civile». Secondo il padre di Sandri la sentenza è invece «una vergogna per tutta l’Italia: non hanno creduto a cinque cittadini italiani che hanno affermato di aver visto Spaccarotella puntare e sparare in mezzo all’autostrada». «Non credo più nella giustizia, non credo più in niente. Senz’altro faremo appello perché io Spaccarotella non lo mollo, non lo mollerò fino all’ultimo grado di giudizio», ha aggiunto il padre di Gabriele. E mentre fuori dal tribunale l’avvocato Bagattini veniva accolto all’urlo di «Verme bastardo» dai tifosi, la madre di Gabriele, Daniela, si disperava: «Adesso me l’hanno ammazzato una seconda volta». Tra le lacrime ha poi detto riferendosi ai giudici: «Quando stasera vanno a casa ce li avranno dei figli, come fanno a guardarli in faccia? Nessuno mi ridarà Gabriele, nessuno ma questo è troppo tremendo».
Esprimo profonda insoddisfazione per la sentenza che ha condannato l’agente di polizia Luigi Spaccarotella a soli 6 anni di reclusione per l’omicidio di Gabriele Sandri» ha affermato poco dopo il sindaco di Roma, Gianni Alemanno.

«Pur riservandomi di leggere le motivazioni della sentenza, mi pare non accettabile la derubricazione del reato da omicidio volontario a colposo. In ogni caso, la pena risulta troppo mite rispetto a un fatto così grave che ha duramente colpito non solo la famiglia ma tutta la città».

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