Il premier dovrebbe rassegnarsi a invitare ai suoi party sempre e comunque un cronista di Repubblica . Prima o poi finisce tutto in piazza: tanto vale governare lo sputtanamento. Chiuso l’affare della marocchina Ruby, saremo ora ingolfati dalla pista palermitana. E così via.L’esuberanza del Cav, vivisezionata come quella di un partecipante al Grande Fratello, resterebbe tale e come ha suggerito Ferrara la sua cronaca passerebbe da D’Avanzo a Molière (a trovarlo!) e le Procure avrebbero pace. Alla decima volta che il Cav racconta la barzelletta del bunga bunga non si scandalizzerebbe più nessuno e non si confonderebbe un motto di spirito con la realtà di Arcore.
Prendiamo solo le ricostruzioni del caso Ruby. Una signorina minorenne viene presumibilmente pizzicata a rubacchiare, ma soprattutto è testimone di un paio di feste chez Berlusconi: il supplemento di indagine è garantito. Non si riesce a tirar fuori un bel niente di penalmente rilevante, riguardo al premier si intende. Tanto lavoro non si può gettare nel cestino: conviene affidarlo alla stampa. E così prima il Fatto quotidiano e poi Repubblica partono. Ecco perché tanto valeva averli a casa propria sin da subito: sarebbero stati meno imprecisi.
Si è detto che una minorenne sarebbe andata a letto con il premier. Si rivelerà falso. La minorenne godeva di un servizio privilegiato di limousine gestite dai presunti lenoni del Cav che la accomodavano ad Arcore: falso. Anzi secondo taluni il generoso Berlusconi l’auto gliela avrebbe regalata: falso anche questo. Niente da fare: questa volta con il sesso non si va da nessuna parte. Ecco allora che conviene rapidamente puntare sull’abuso d’ufficio: una telefonata di Palazzo Chigi alla questura di Milano per mollare illegalmente la presa. E proprio ieri questa apparente notiziola si tramuta in frottola. Il procuratore Bruti Liberati, che ha affidato la pratica a una tosta come la Boccassini, dice che le procedure di affidamento sono state tutte rispettate. Flop: anche l’abuso va a farsi benedire. È singolare però che a giocare con Ruby siano proprio quei giornali, quei politici, quegli italiani che un minuto prima avevano chiesto al governo di occuparsi dei «problemi veri»:dall’economia alle imprese. La banda del Pil, quando fa comodo, diventa subito la banda dei Pm e il gossip diventa improvvisamente affare di Stato.
Certo un’alternativa al giornalista in salotto ci sarebbe
ed è il metodo Fini. Quello adottato dalla Procura di Roma: silenzio assoluto sulle indagini fino all’archiviazione del caso. C’è poco da sperarci: così come è difficile sperare che il Cav decida di cambiar vita.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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