RomaSanto o satiro? Delle capacità di Guido Bertolaso come capo della Protezione civile a molti sembra non importare più un granché. Come già accaduto ad altre illustri vittime del gossip lenzuolare, anche il sottosegretario si ritrova sulla graticola per vie di vere o presunte performance sessuali «confluite» in atti giudiziari. Lordinanza fiorentina che ha portato in carcere molti burocrati dei lavori pubblici è a «sesso unico»: insinua che Bertolaso giochi a fare il playboy grazie allintermediazione di Diego Anemone, limprenditore arrestato per gli appalti del G8. Ci sono gli appuntamenti con Francesca al club sulla Salaria, cè la «cosa megagalattica» che il gip fa intendere sia una serata orgiastica, e pazienza che poi non si sia fatta. Cè la brasiliana in bikini strizzato Monica, lo champagne e una serata al club chiuso al pubblico. I giornali rilanciano, la gente lancia scandalizzati «oooh». Però quasi nulla è come sembra.
Abbiamo già scritto che Francesca M. non è una escort ma vanta diplomi e attestati. Lei giura di aver solo curato la cervicale a Bertolaso e rivendica per sé il rispetto che non sembra emergere dalle carte giudiziarie. Anche perché se lordinanza punta sulla suggestiva telefonata in cui il capo della Protezione civile parla di «ripassata», nel resto degli atti ci sono telefonate meno ambigue, che chiariscono forse meglio quali servizi Bertolaso cercasse da Francesca. Per esempio, la sera del 1° ottobre 2008 i carabinieri intercettano una conversazione tra Anemone e il sottosegretario, con questultimo che spiega di essere appena tornato da Napoli e aggiunge: «Volevo andare lì domani pomeriggio che sono stremato (...) vado lì verso le 2 e mezzo, cè quella ragazza, Francesca, se riesci a bloccarla». Anemone avverte il suo factotum del Salaria sport village di fissare «un massaggio... dopo pranzo». Daltra parte, uno che si dice «stremato» non pare aver voglia di eccessi piccanti. Cè unaltra telefonata tra Anemone padre e Anemone figlio, 11 ottobre 2007, con il padre che osserva preoccupato come «un soggetto» che ha fatto un massaggio con Francesca abbia regolarmente pagato. Dino: «Io ho parlato con Francesca (...) lei mi ha detto che ha pagato... loro non sapevano niente (...) perché lei lì ha fatto un massaggio, capito? (...) ... e mi ha fatto un sacco di complimenti per sta cazzo di Francesca». Vien da credere che il soggetto sia Bertolaso, e che gli Anemone siano spiazzati perché ha pagato, senza lamentarsi ma anzi elogiando la terapista. Qui gli inquirenti non avanzano ipotesi. Altre volte lo fanno. Per esempio, ci sono tracce della «cosa megagalattica» non comprese nellordinanza. Cè un passaggio curioso di unintercettazione tra Anemone e il factotum Simone Rossetti. È il 26 settembre 2008. Gli inquirenti mettono in neretto una frase di Anemone: «... hai detto a quelli il sacrificio che facciamo... domenica... facessero una prestazione coi controcoglioni». I carabinieri sono certi: è una «raccomandazione in riferimento allevento di domenica sera». A leggere il seguito, però, qualche dubbio viene. Rossetti replica: «Non cho parlato, ma non ti preoccupare tanto mo li facciamo filare dritti tutti piano piano... adesso sto andando a Formello io (...) perché mi vuole incontrare il presidente Lotito». Che centra il patron della Lazio con la serata hard? Magari niente. Ma va registrata la colorita raccomandazione di Anemone: «Attenzione che quello è un figlio di una mignotta, eh!».
Infine, Monica. La serata con la brasiliana cè stata. Ma negli atti non solo manca la «prova provata» del peccato, che pure la procura dà per certo. A legger bene, invece, salta fuori più un alibi che una pistola fumante anche per lepisodio che sembrava più imbarazzante per Bertolaso. È tutto agli atti: Regina Profeta chiede a Monica come sia andato lappuntamento, e la ragazza, disarmante, risponde: «Non fece niente... grazie a Dio... ho fatto un massaggio meraviglioso, lui ha visto le stelle».
La procura boccaccesca che indaga «a sesso unico»
Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.