Enrico Lagattolla Gianandrea Zagato
«Nella sola città di Milano e circondario, dove sono presenti circa 960mila impianti alimentati a gas per uso domestico e similari, il maggior numero di installazioni - circa il 93 per cento - negli appartamenti visitati ha delineato cause strutturali». Fonte: Procura della Repubblica di Milano. Circolare dove, naturalmente, nero su bianco cè lelenchino delle «cause strutturali»: «Inefficienza dei camini, delle canne fumarie e dei sistemi alternativi di evacuazione dei prodotti della combustione quali i terminali di tiraggio a parete; la mancanza o linsufficiente ventilazione dei locali per lassenza o lerrato dimensionamento dellapertura di ventilazione; lobsolescenza o il degrado degli impianti e degli apparecchi per carenza di manutenzione».
Fattori di rischio «tali da costituire pericolo grave per la sicurezza delle persone ivi abitanti» annotano in Procura, dove sinvitano le aziende erogatrici «allispezione amministrativa degli impianti alimentati a gas operando dintesa con lamministrazione dello stabile» qualora «il controllo concerne interi edifici, nei cui appartamenti si sospetti la presenza di impianti e installazioni di apparecchiature non conformi alla normativa vigente».
Controlli che, a Milano, riguarderebbero dunque qualcosa come 892mila impianti su 960mila e che, in sintesi, significa un pericolo certo e garantito per poco meno di 900mila famiglie. Dato confermato pure dai sindacati dellAem, «conosciamo questa situazione e labbiamo denunciata spesso e volentieri» fa sapere Carmelo Calabrese (Rdb-Cub): «Da una verifica interna non sarebbero però fuorilegge 892mila impianti bensì 600mila, cifra sempre e comunque impressionante che reclama la necessità dellaccertamento della sicurezza post-contatore, di quella zona grigia dove lazienda non interviene». Contributo mancato per legge, ribadisce lazienda elettrica milanese: infatti, non spetta alla società di largo Augusto ma ai proprietari (o affittuari) dellalloggio la verifica degli impianti interni. Dato di fatto che suggerisce «di rivolgersi sempre a installatori qualificati che devono pure rilasciare specifica documentazione sullintervento effettuato».
Pratica che - tesi del sindacato di base - dovrebbe ritornare allinterno dellazienda elettrica e per questo gli autonomi chiedono lintervento del sindaco di Milano, Letizia Moratti: «Lo reclamiamo con una lettera aperta poiché, secondo legge, il primo cittadino può contribuire al ripristino della sicurezza, come previsto dalla legge 10/91 in materia di controlli di impianti termici tra cui rientrano anche quelli alimentati a gas per uso domestico e usi similari».
Appello che per copia conoscenza è stato pure inviato al presidente della Provincia Filippo Penati; «anche lamministrazione di via Vivaio può contribuire a rioffrire ai milanesi la sicurezza dentro casa».
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