La procura si difende: «Un attacco ingiusto»

L’inchiesta del Giornale sul caso Parmalat provoca una dura reazione a Parma. È il Procuratore capo Gerardo Laguardia, che peraltro non era a Parma nel 2002, a difendere la bandiera: «L’articolo del Giornale colpisce tutto l’ufficio: mi chiedo il motivo di un attacco del genere nell’imminenza del processo Parmalat. Col senno di poi è tutto più facile: la dottoressa Cavallari - il Pubblico ministero che si occupò di quell’inchiesta su Parmalat nel 2002 - farà valere le sue ragioni nelle competenti sedi». Ma il crac poteva essere evitato? «Forse - è la risposta del magistrato - ma certo non era la Procura che poteva immaginare quello che accadeva in Parmalat. Ci sono state invece certamente delle negligenze da parte degli organi di vigilanza.

Tutta la vicenda partì da un’informativa della Guardia di finanza che aveva eseguito dei controlli su un prestito ricevuto da Parmatour e che sembrava nascondere un tentativo di evasione fiscale. La dottoressa Cavallari non merita queste accuse perché dispose altri accertamenti che non produssero esiti».

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