Prodi e Burlando fanno affondare chi sbandiera il vessillo di Colombo

Rino Di Stefano

Il governo Prodi vuole abolire il Comitato nazionale per le celebrazioni colombiane e cancellare le eventuali manifestazioni che proprio nel 2006, a cinquecento anni esatti dalla morte del grande navigatore, avrebbero dovuto tenersi in diverse parti d’Italia. Per il momento la notizia è ancora ufficiosa, per quanto possa esserlo un’indiscrezione filtrata al Corriere della Sera che l’ha pubblicata in buona evidenza già la settimana scorsa. Ma pur nella sua ufficiosità non si può dire che questo annuncio non stia provocando reazioni e malumori, tanto più che l’amministrazione di centrosinistra che regge la Regione Liguria, l’ha subito colta al volo aggiungendo che anch’essa ha in animo di eliminare la Fondazione Regionale Colombo per inserirla in un’altra, più grande e multifunzione, tanto per usare un termine tecnologico oggi di gran moda.
La mente ispiratrice di cotanta distruzione del mito colombiano a livello nazionale, pare che sia il ministro Giulio Santagata (Margherita) il quale, pur essendo senza portafoglio in quanto responsabile per l’Attuazione del programma, sembra che si sia messo in testa di realizzare un’opera cui altri si sono cimentati, con scarsa fortuna, prima di lui: eliminare gli enti inutili. Se ne parlava già ai tempi in cui Andreotti era presidente del Consiglio, il che vuol dire non esattamente l’altro ieri. Ma nessuno c’è mai riuscito. Ora il prode Santagata, lancia in resta, tenta appunto di eliminare le spese superflue includendo tra queste anche Colombo. «Ben altri sono gli Enti inutili su cui sarebbe giusto azionare la scure - afferma Gianni Plinio, capogruppo di An in Regione - Il Comitato Colombiano è, invece, uno strumento fondamentale ai fini dell’organizzazione delle celebrazioni della storica data del 12 ottobre proclamata nel 2004, anche per iniziativa della Regione Liguria, Giornata Nazionale di Cristoforo Colombo. È composto dalle più alte rappresentanze istituzionali e non mi risulta dotato di sostegni economici pubblici rilevanti».
E anche questo è vero, visto che gli stanziamenti per la sopravvivenza del Comitato sono oggettivamente minimi e non creano davvero grossi problemi a nessuno, e tantomeno alle casse dello Stato.
«Il Comitato è assai utile anche per promuovere una sempre più completa e aggiornata conoscenza delle tematiche correlate al grande navigatore genovese in Italia e nel mondo - insiste Plinio -. Sarebbe una grave offesa alla Storia e soprattutto alla Liguria e a Genova se dovesse effettivamente soppresso. Spero che a sua difesa si determini un impegno bipartisan!».
Plinio, quindi, apre il libro su quanto ha fatto finora la Regione Liguria. «Scandaloso è, invece, il comportamento tenuto finora dalla Giunta Regionale che non solo sta facendo passare il 2006, e cioè la ricorrenza del quinto centenario della scomparsa di Colombo, senza fare praticamente nulla in suo ricordo. Ma ora si appresta addirittura ad eliminare la Fondazione Regionale Cristoforo Colombo che, nel tempo, ha promosso utili ed apprezzate iniziative colombiane: non vorrei che subisse il ricatto dell’ultrasinistra che notoriamente considera Colombo alla stregua di un colonizzatore sanguinario. Sarebbe il colmo!».
In effetti già da anni l’estrema sinistra sta cercando di far passare Cristoforo Colombo come un bieco assassino. Un’idea, questa, che riprende una corrente di pensiero molto diffusa tra gli indiani d’America che considerano Colombo come l’origine di tutte le loro disgrazie. Come dire che se l’uomo non avesse mai evoluto le proprie conoscenze non ci sarebbe mai stata un’esplosione nucleare su Hiroshima.
«Il problema colombiano è contingente perché il 2006 non è ancora finito - replica Fabio Morchio, assessore regionale alla Cultura - Nessuno vorrebbe prendersela con il Comitato nazionale per le celebrazioni colombiane, ma per quale motivo non sta concretizzando nulla? Alcuni mesi fa una delegazione degli Enti liguri, della quale facevo parte, andò a parlare con il segretario del Comitato stesso, proponendo alcune iniziative. Per esempio, quella di realizzare un museo dell’emigrazione o una mostra di pittori americani a Genova.

Da allora non siamo stati più convocati: perché? A questo punto è necessario svegliarsi e vendere bene Colombo in tutto il mondo, in rappresentanza di Genova e dell’Italia intera. Se poi si vuole davvero abolire il Comitato, allora sarà meglio farlo dopo il 12 ottobre. Certamente non prima».

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