Prodi ingabbia anche i liberi professionisti

Fabrizio Ravoni

da Roma

Una riforma delle professioni a scoppio ritardato. È quella che verrà approvata oggi dal Consiglio dei ministri. All’ordine del giorno, infatti, c’è un disegno di legge delega destinato - fra due anni - a mettere ordine nelle professioni. Ma non in maniera liberista, sebbene il comma «a» del secondo articolo del testo reciti che l’accesso alle professioni «è libero». Bensì in modo più dirigista, al punto che l’articolo 6 stabilisce che il governo - d’intesa con gli Ordini - stila un codice deontologico delle diverse categorie professionali.
Le vere novità del provvedimento, però, sono altre. Con i decreti delegati che verranno presentati fra due anni (il testo prevede che vengano emanati dopo 18 mesi dall’entrata in vigore della legge), verrà concesso ai professionisti di fare pubblicità al servizio offerto e ai costi complessivi delle prestazioni. Ma a condizione - è scritto nel disegno di legge delega - che la pubblicità non sia ingannevole.
Così, anche in Italia sarà possibile trovare la pubblicità degli avvocati nelle pagine pubblicitarie dei quotidiani; così come avviene in altre parti del mondo, soprattutto anglosassone. In più, per offrire maggiore trasparenza, l’utente dovrà essere preventivamente informato del costo minimo e massimo della prestazione.
Non è finita. I professionisti dovranno sottoscrivere un’assicurazione obbligatoria per la responsabilità civile «conseguente ai danni causati nell’esercizio dell’attività professionale». Per favorire gli studi professionali più piccoli, il provvedimento prevede che l’assicurazione obbligatoria possa essere stipulata dagli stessi Ordini o associazioni professionali. In tutti i casi, il professionista avrà l’obbligo di rendere noti al cliente gli estremi della sua polizza di responsabilità civile e il relativo massimale.
Il disegno di legge conferma la validità dell’esame di Stato per l’iscrizione agli albi professionali; ma solo per quelle professioni il cui esercizio «può incidere sui diritti costituzionalmente garantiti o riguardanti interessi generali meritevoli di specifica tutela». E conferma anche il tirocinio o praticantato, minimo di dodici mesi.
In più, per favorire l’accesso alla professione a giovani «meritevoli ma in situazioni di disagio economico», gli albi e gli ordini professionali potranno istituire borse di studio o contributi per l’avvio di uno studio e il rimborso del costo dell’assicurazione obbligatoria sulla responsabilità civile.
Il provvedimento prevede poi la possibilità di costituire associazioni di professionisti a cui possono aderire solo gli iscritti a un medesimo albo. Queste associazioni potranno rilasciare «attestati di competenza riguardanti la qualificazione professionale» degli iscritti.
Prevista anche la possibilità di creare società di professionisti.

A queste società potranno aderire gli iscritti ad albi ed Ordini anche diversi fra loro (e ognuno dovrà rispettare il proprio codice deontologico) ma anche soggetti non iscritti agli ordini professionali. A una condizione, però. Che siano soci di minoranza e che non ricoprano cariche sociali. Queste società potranno essere costituite anche per scopi determinati e sciolte una volta che questi saranno stati raggiunti.

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