Sarà stato il buffet di Montecitorio, o il ruolo cruciale che il presidente della Camera gioca in questi giorni (massimo alfiere del dialogo con Berlusconi e delle riforme, spinto anche dallurgenza di evitare il referendum; critico implacabile del governo a cui, da padre nobile del Prc, può staccare la spina), fatto sta che ieri i cronisti parlamentari erano tutti lì. Con un effetto collaterale imbarazzante: si è svuotato di giornalisti ladiacente Palazzo Chigi, dove in contemporanea il premier teneva una conferenza stampa, per smentire di non avere più una maggioranza e assicurare che durerà fino al 2011. Così pochi i cronisti rimasti che, per riempire i vuoti, le prime file della sala stampa son state occupate da membri del suo staff.
Se sia stato un incidente casuale o simbolico lo diranno i prossimi mesi. In casa prodiana si ostenta sicurezza: laccordo elettorale «non ci sarà», si andrà a giugno al referendum, il Prc non avrà il coraggio di far saltare per la seconda volta il governo e le elezioni non ci saranno. Nel frattempo, il premier rimpolperà la maggioranza al Senato (con Pannella ieri ha discusso dei seggi reclamati dai radicali, che porterebbero tre voti in più allUnione); e DAlema penserà a cucinarsi Veltroni a fuoco lento dentro il Pd. In casa veltroniana tuttaltra musica: a gennaio si ballerà sul serio, e laccordo su un tedesco corretto in senso bipartitico dal premio alla lista che vince si farà. Con Berlusconi, Bertinotti e magari anche Casini. DAlema dovrà subire la sconfitta, e Prodi benedire la riforma.
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