Francesca Angeli
da Roma
«Stiamo assistendo allharakiri politico di Romano Prodi. Il suo modo di agire è inspiegabile. Sembra abbia perso il senno ovviamente in riferimento allazione di governo». Alessandro Amadori, fondatore di Coesis, psicologo ed esperto di comunicazione non riesce proprio a spiegarsi perché il premier stia facendo di tutto per rendersi odioso agli italiani ed in particolare al suo elettorato.
In che senso parla di harakiri politico?
«Nel senso letterale: il premier compie un atto rituale di autolesionismo, un suicidio. Dopo una vittoria così risicata aveva bisogno di consolidarla e invece sbaglia tutto. Non soltanto non si rivolge allelettorato di centrodestra ma neppure a chi lo ha votato. Ricordate? Aveva promesso un po di felicità per tutti e ora al contrario nega il patto con gli elettori e deprime il Paese con lannuncio di misure punitive. Il patto era diverso, non era la perfezione dei bilanci ma la felicità e la serenità».
Che cosa sta sbagliando?
«La Finanziaria è unoperazione antipopolare. I dati demoscopici sono impressionanti il 61 per cento degli italiani è convinto che la Finanziaria avrà conseguenze negative e che lazione di governo farà danni allItalia».
Prodi sostiene che è un problema di comunicazione.
«Che il premier sia incapace di comunicare allinterno del proprio governo e verso lesterno è evidente. Comunica per circolari come se il cittadino fosse soltanto un utente di funzioni e non un uomo in carne e ossa con sogni e aspettative. È un governo di burocrati. Forse Prodi pensa di essere ancora a capo della Commissione europea perché non si comporta da capo del governo. Anche il ministro dellEconomia, Padoa-Schioppa si comporta come fosse ancora alla Banca centrale. Trasmettono ordini dallalto in modo verticistico».
Dunque solo un problema di comunicazione e scarsa partecipazione?
«No. Poi cè la sostanza delle scelte sbagliate come le cinque aliquote Irpef. Scelte punitive per cittadini, misure che suonano terroristiche e a tutto danno della famiglia. I cittadini pensano che questa Finanziaria sia iniqua e impoverisca il Paese. Insomma per un governo di centrosinistra un suicidio politico. Anche lindulto ha inferto un pesantissimo colpo alla credibilità di questo governo che risulta indisponibile allascolto delle istanze dei cittadini».
Tutta colpa del premier?
«Prodi aveva avuto lidea vincente dellUlivo, aveva aperto un processo partecipativo ispirandosi a unidea materna della politica. Ora invece prevale laspetto tecnicistico e burocratico. È davvero difficile comprendere questo passaggio di Prodi. Da parroco delloratorio, rassicurante e confortante, si è trasformato in un despota chiuso nel suo castello. Una metamorfosi inquietante ed ansiogena».
Se si votasse domani?
«Vincerebbe il centrodestra perché la delusione è stata forte. Lunica via duscita per Prodi è durare tanto e sperare di risalire la china discesa così rapidamente».
La percezione negativa vale per tutto il governo o cè qualcuno che si salva?
«Mentre il gradimento del governo è al 30-32 per cento ci sono due ministri che si salvano: quello degli Esteri, Massimo DAlema e quello dei Beni Culturali, Francesco Rutelli. Entrambi oscillano tra il 40 e il 45 per cento. DAlema si è tenuto fuori dalle beghe e si è mosso bene. Pure Rutelli ha dato limpressione di essere libero nei movimenti. Tutti e due sono apparsi meno grigi, meno burocrati, offrendo invece una visione politica più ampia. Di Pietro ha i suoi sostenitori mentre una grande delusione è rappresentata dal pur abile Giuliano Amato che oltretutto ricopre un ruolo tradizionalmente molto caro agli italiani, quello del ministro dellInterno».
Qual è lo scenario più probabile?
«DAlema e Rutelli stanno traendo beneficio dalla crisi di Prodi. Se il premier non recupera non escludo la possibilità di una manovra interna che lo spodesti. Potremmo avere delle sorprese a breve termine».
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