La pastasciutta al sugo di pomodoro fresco di Pachino che, come diceva Tognazzi, manda un profumo che «ti scoppia nel piatto». Oppure, il giro dolio extravergine doliva di masseria che fa il trionfo di una bruschetta. E magari anche il calice di Nero dAvola, rosso rubino generoso che ha tutto quanto lo spirito (e la malizia) dei veri meridionali. In certe zone della Sicilia, questo bendiddio viene da una terra che un tempo fu di malaffare - difatti non dava granché, in mano alla criminalità mafiosa -, ma oggi offre prodotti deccellenza che hanno «il gusto della giustizia e laroma della legalità organizzata in contrasto e in alternativa alla delinquenza». Lo raccontano le storie scritte nel volume «Le mani in pasta» di Carlo Barbieri. Che spiega: «Questo è lo sviluppo di un sogno, di unesperienza recente in grado di trasformare il sogno in realtà». In altre parole: è lesperienza delle cooperative di giovani che gestiscono nellisola i campi confiscati ai mafiosi, e li hanno fatti diventare unimportante risorsa economica allinsegna della legge. Tanto da esportare lidea: iniziative simili stanno per essere avviate anche in Puglia, Calabria, Campania, e Lazio, dovunque ci siano terre espropriate alla delinquenza e restituite alla società che funziona. Per produrre a raffica, e dimenticare le raffiche.
Nel libro «Le mani in pasta», Editrice Consumatori, che sarà presentato sabato alle 17 al Centro polivalente di Recco, cè innanzi tutto la motivazione di questo itinerario destinato a portare, prossimamente negli scaffali dellIpercoop e finalmente in tavola, la pasta, lolio, il vino, la passata di pomodoro con quel gusto «un po diverso». Che scoppia, sì. Nel piatto. E fa solo bene.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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