È una vecchia diatriba. Quella per cui i Grateful Dead, 40 anni orsono, lasciavano che i fan riproducessero in musicassetta i loro concerti, convinti che, girando gratuitamente, la loro musica avrebbe aumentato il numero degli estimatori, anche paganti. Solo che se a perorare questa causa è il produttore Pietro Valsecchi, che con la sua Taodue Film produce fiction di successo, molte delle quali distribuite da Mediaset Premium (la piattaforma a pagamento dellazienda di Cologno), allora la questione si complica. Ieri nel salotto di RaiSat Extra, in diretta da Venezia, Valsecchi è intervenuto nel dibattito sullantipirateria rivolgendosi così ai giovani presenti: «Scaricate sempre, scaricate tutto. Anzi, fotocopiate pure i libri di testo scolastici che costano un sacco di soldi». «Si fanno troppi convegni sulla pirateria - ha aggiunto. Il paese ha altri problemi. La cultura va divulgata, è un bene che vi si possa accedere facilmente». Pronta la risposta di Giorgio Assumma, presidente della Siae (intervistato il giorno prima sempre su Rai Sat Extra): «Trovo farneticanti le affermazioni di Valsecchi. Lo conosco da anni, è un uomo intelligente e spiritoso che spesso usa delle espressioni colorite al fine di creare provocazioni». Gli fa eco Tullio Camiglieri, coordinatore delle attività per la lotta alla pirateria nella produzione cinematografica secondo cui «se il nostro atteggiamento nei confronti delle giovani generazioni è quello di non far capire il valore del lavoro intellettuale, il futuro del nostro paese è destinato a essere triste». E infine è la volta del presidente dellAnica Ferrari: «Mi stupisce che un produttore attento non capisca che lindustria deve difendere gli autori».
Valsecchi non è certo uno che trattiene il suo pensiero.
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