da Milano
A sorpresa la produzione italiana continua a febbraio il trend in calo del mese prima, mettendo a rischio la crescita attesa nel primo trimestre 2007 per il prodotto interno lordo. È il commento concorde degli economisti dopo il dato Istat di ieri sull'indice destagionalizzato, sceso dello 0,5% da gennaio dopo il meno 1,7% del dato rivisto di gennaio su dicembre. Su base annua il calo raggiunge meno 0,7% da più 1,8% del mese precedente. Secondo un sondaggio Reuters gli economisti interpellati si attendevano un rimbalzo di più 0,6% congiunturale e più 1,8% tendenziale. «Un dato certamente deludente, dopo la netta contrazione di gennaio gli indicatori congiunturali Pmi e Isae puntavano a un recupero nel segno della normalizzazione» dice Paolo Pizzoli di Ing. «Il contesto è comunque caratterizzato dall'erosione di una parte dell'accumulo di scorte che nella seconda parte del 2006 ha dato forza alla crescita». In febbraio l'indice Pmi manifatturiero ha segnato un rimbalzo a 54,2 da 53,5, mentre la fiducia delle imprese registrata da Isae era salita nello stesso mese a 95,5 da 94,4. In seguito alla pubblicazione del dato Istat, Isae ha rivisto al ribasso la propria stima sulla produzione industriale nel primo trimestre a meno 1% da meno 0,1%. Secondo l'istituto, marzo dovrebbe segnare un rimbalzo a più 0,4%, aprile dovrebbe attestarsi a meno 0,1% mentre in maggio la crescita dovrebbe tornare a farsi sentire con un rialzo dello 0,9%. «Evidentemente siamo di fronte a un risultato negativo, e anche ipotizzando un recupero a marzo l'output trimestrale mostrerebbe un calo dello 0,8%», spiega Marco Valli, economista di Ubm. A rendere complicata l'interpretazione del reale stato dell'economia non c'è solo l'elevato livello di scorte cresciuto nel secondo semestre 2006, ma anche l'andamento di domanda ed esportazioni.
Produzione in calo, Pil a rischio
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