RomaSi susseguono i segnali di recupero produttivo dellindustria italiana: in novembre la produzione ha fatto segnare un incremento dello 0,2% rispetto ad ottobre, mese che a sua volta aveva visto un miglioramento dello 0,5%. Senza considerare la componente energetica, che segue dinamiche proprie, la produzione industriale di novembre è cresciuta dello 0,4%. Su base annua, cioè rispetto al novembre 2008, il dato resta ancora negativo: il calo produttivo è infatti pari, calcola lIstat, al 5,2%.
Landamento produttivo dovrebbe anche migliorare tra fine 2009 e primi mesi del 2010. La Confindustria stima infatti che in dicembre la produzione industriale sia aumentata dello 0,3% rispetto a novembre. Mentre lIsae stima un recupero nei primi tre mesi di questanno, con un incremento produttivo del 2%. Il Centro studi della Confindustria calcola che rispetto al punto più basso della crisi (marzo 2009) il recupero di produzione sia stato pari al 5,4%. Tuttavia, nei confronti del massimo pre-crisi (aprile 2008) il livello produttivo è ancora inferiore del 21,4%.
Tra i vari settori, lIstat segnala un recupero consistente nel comparto farmaceutico (+4,3%), in quello dei prodotti chimici (+2,7%). Ma in particolare, novembre ha visto un forte aumento produttivo nel settore automobilistico. La produzione di autoveicoli è cresciuta del 38,8% rispetto allo stesso mese del 2008. Anche in questo caso, però, la variazione annua rimane negativa: il confronto fra i primi undici mesi del 2009 e lo stesso periodo del 2008 vede una diminuzione del 21,4% nella produzione di vetture. Altri segnali positivi si riscontrano nei mesi autunnali nellelettrotecnica anche se, osserva lassociazione imprenditoriale di settore, è forse presto per parlare di vera e propria ripresa. Per Guidalberto Guidi, presidente di Confindustria Anie, «nei prossimi mesi lirrobustirsi della ripresa internazionale potrà offrire allindustria delle tecnologie possibilità di recupero». Male, al contrario, i prodotti, i metalli, e le apparecchiature elettriche per uso domestico.
Nel confronto europeo, lItalia si trova a mezza strada tra il forte recupero produttivo della Germania, sempre rispetto al punto peggiore della crisi, stimato nel 9,4% e il più 1% della Spagna, che si conferma il Paese con più difficoltà a uscire dalla recessione. Il dato italiano si confronta con quello della Francia, entrambi intorno al 5%.
I primi mesi del 2010 appaiono cruciali per misurare la forza della ripresa economica e produttiva. A giudizio del Centro studi confindustriale, «si delinea per i prossimi mesi uno scenario di graduale miglioramento, pur partendo da livelli di attività ancora bassi». LIsae ha segnalato un deciso recupero dellindice di fiducia della imprese manifatturiere (da 79,4 a 82,6% in dicembre) grazie ai giudizi positivi sugli ordini. Anche l«indicatore anticipatore» dellOcse delinea progressi per leconomia italiana.
Maggiore prudenza viene dal Cerm. «È assodato che la produzione sia in ripresa - commenta il centrostudi guidato dalleconomista Fabio Pammolli - ma siamo ancora a livelli molto bassi.
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