La loro è una figura professionale che il grande pubblico forse ignora, ma la cui importanza nello studio dei processi legati alla produzione dellenergia è cresciuta esponenzialmente negli ultimi anni. E che ancora maggiore rilevanza è destinata ad acquisire in futuro, alla luce delle sfide epocali che il pianeta si troverà ad affrontare. Sono gli economisti dellenergia: oltre 3.000 professionisti in tutto il mondo, 250 dei quali solo in Italia, riuniti nellambito della Iaee (International Association of Energy Economics), lassociazione di cui Carlo Andrea Bollino, presidente del GSE, è stato eletto presidente designato per il 2007, in attesa di entrare effettivamente in carica il prossimo anno.
Ma di che cosa si occupano questi specialisti, che possono essere indifferentemente top manager di imprese multinazionali, dirigenti di organizzazioni internazionali o docenti e ricercatori universitari? La loro è una funzione di sintesi: sono gli unici a studiare in maniera integrata i costi sociali ed economici connessi a ciascun fenomeno energetico. Infatti, se spetta agli ingegneri occuparsi delle tecnologie legate agli impianti, agli ambientalisti analizzare i problemi climatici e di inquinamento, e ai giuristi definire le norme, i diritti e i doveri, è solo leconomista dellenergia che mette insieme gli aspetti del problema, ne studia gli impatti in termini di costi e benefici, e alla fine fornisce una valutazione complessiva degli scenari proposti.
Alla luce della previsione che vede la metà dellenergia mondiale prodotta e consumata in Asia entro i prossimi 20 anni, la Iaee ha da tempo manifestato un interesse strategico per la zona del Pacifico, organizzando le sue ultime conferenze annuali a Sydney, Taiwan e Wellington.
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