Paolo Stefanato
da Milano
La freddezza con cui giovedì è stato accolto lintervento del presidente del Consiglio, Romano Prodi, dalla platea della Confindustria ha una spiegazione precisa: «Da lui ci si aspettava qualche annuncio concreto che non cè stato» commenta con lucida delusione Andrea Tomat, presidente degli industriali di Treviso e imprenditore delle calzature (Lotto e Stonefly). Treviso è una delle province più ricche dItalia e appartiene a quel «profondo» Nord Est che in anni recenti ha contribuito con nuovi modelli al rilancio delleconomia italiana. «Tre o quattro cose, ma concrete - continua Tomat -. Era loccasione giusta». Invece, come ha osservato qualcuno, sembrava ancora un discorso da campagna elettorale... «Il mondo dellimpresa ha mostrato di non gradire, ancora una volta, la semplice teoria degli annunci. Ci aspettavamo autentiche motivazioni, e abbiamo il diritto di ottenerle, dal governo». In che senso? «Senta: in questo momento gli imprenditori si stanno impegnando con tutte le loro forze perché sono convinti che lItalia ce la può fare. Ma vogliono che dal versante governativo vengano stimoli, che ci sia altrettanta passione. È quello che, in questo suo esordio, il governo non trasmette: occorrono idee chiare, progettualità, vera leadership. Occorre un esecutivo che sia, a sua volta, fortemente motivato perché possa dare impulso alle forze positive del Paese».
È vero, secondo lei, che il cuore degli industriali batte a destra? «Sì, è vero. Ma attenzione: questo non vuol dire che la categoria sia schierata o debba schierarsi. Lindustria in generale, e il suo presidente Luca di Montezemolo, hanno idee precise sulla propria posizione, che deve essere imparziale, totalmente legata allinteresse dellimpresa, scevra da schieramenti politici. Cè grandissima attenzione a quello che farà il governo. Lo si giudicherà dai fatti». Che fino a questo momento sono mancati... «Noi facciamo auguri di buon lavoro, con il massimo rispetto per le persone. Ma le esternazioni di vari ministri che hanno caratterizzato questa prima fase denunciano una voglia di protagonismo negativo, che solleva perplessità».
Esiste, secondo lei, una «questione settentrionale» con la quale il governo deve fare i conti? «Il Nord Est ha una particolarità territoriale che ha espresso un modello innovativo in Italia: un tessuto di piccole e medie imprese molto legate al territorio e fortemente internazionalizzate. Questo sistema ha caratteri forti, di successo, e ha bisogno di evolversi, perché il contesto è cambiato e deve confrontarsi con una nuova realtà competitiva. Bisogna riflettere e concepire un nuovo modello, che sia levoluzione del precedente. Ma sa, per esempio, che cosa ci manca?». Che cosa? «Non cè nemmeno un ministro che provenga dalla nostra area. Anche Massimo Cacciari la pensa allo stesso modo.
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