Professore defilato: Zunino non è Zaleski

Servirà ancora qualche giorno per mettere a punto gli ultimi dettagli del piano di salvataggio della Risanamento. Ma l’intesa di massima tra azienda e banche creditrici è decollata, in vista dell’udienza del 29 luglio al Tribunale di Milano, sull’istanza richiesta di fallimento del gruppo immobiliare. Intanto quello che è certo è che Luigi Zunino, dopo aver abbandonato le cariche, scenderà anche nell’azionariato della sua creatura. La sua quota, attualmente oltre il 73%, è destinata a ridursi considerevolmente in relazione all’entità dell’impegno delle banche in quella che appare ormai la prospettiva scontata di un aumento di capitale.
Diverse le ipotesi di lavoro ancora in campo: le cifre circolate negli ultimi giorni parlano, indicativamente, di 250-300 milioni di euro. L’elemento praticamente certo, comunque, è che parte di questo intervento sarà costituito dalla conversione di una quota dei crediti bancari in azioni, mentre per la parte restante (forse una cinquantina di milioni) si tratterà di un’iniezione di liquidità vera e propria.
Altri incontri tra banche e azienda potrebbero svolgersi nei prossimi giorni (ieri sera avvocati e rappresentanti di Risanamento si sono incontrati a Santa Giulia), come ha confermato il consulente di Zunino, Salvatore Mancuso, ma nel frattempo un punto fermo è stato messo. Per lunedì prossimo è convocato il cda che dovrà nominare il nuovo management di Risanamento, attualmente nelle mani del «reggente» Umberto Tracanella a seguito delle dimissioni di Zunino. Si tratta comunque di un segnale importante in quanto cda e nomine - come è stato spiegato - sarebbero state comunque conseguenti al raggiungimento di una sostanziale convergenza tra azienda e banche. Tra i nomi circolati per la presidenza della società (cui spetterà poi individuare l’ad) quello del commercialista Angelo Casò, membro del consiglio di sorveglianza di Mediobanca. Anche se non ci sarebbe ancora un accordo generalizzato tra i creditori e quello di Casò sarebbe solo un nome dei tanti emersi in questi giorni. Pare invece allontanarsi la possibilità di un incarico (ad amministratore delegato) per Mancuso.
Quello che ad ogni modo serve, per lunedì, è una figura «di garanzia» che traghetti l’azienda nell’attuale fase e che soprattutto possa riscuotere il gradimento del Tribunale. Compito del nuovo management sarà, mercoledì prossimo, convincere i magistrati ad accantonare la richiesta di fallimento per Risanamento, dimostrando che il piano elaborato dalle banche insieme all’advisor Leonardo & co. è credibile e sostenibile nel lungo periodo.

Da segnalare comunque anche l’ipotesi, circolata ieri, del ricorso dei giudici alla procedura di amministrazione straordinaria per Risanamento (Prodi bis), come accadde per Parmalat, con coseguente nomina di un commissario straordinario col compito di riportare la società «in bonis», evitando la liquidazione degli asset.
In Borsa il titolo Risanamento ha chiuso la seduta di ieri in ribasso: meno 3,85% a quota 0,25 euro.

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