Gianandrea Zagato
Filippo Penati sa di essersi spinto oltre e, adesso, corre ai ripari. Anzi, innesta la retro sulla questione dei presunti rifugiati politici sgomberati da via Lecco: «Se pretendono una casa, be la loro richiesta è già respinta» avverte il presidente della Provincia. Che si dice indisponibile «ad offrire sponde politico-istituzionali se le condizioni attuali offerte dal Comune di Milano sono idonee».
E da Palazzo Diotti, sede della prefettura, arriva una risposta inequivocabile: «I problemi si risolvono gradualmente e Palazzo Marino ha dato una risposta». «Risposta» valutata dignitosa pure dai funzionari dellagenzia per i rifugiati dellOnu che hanno potuto accedere a una delle strutture - quella di viale Ortles - messe a disposizione dallamministrazione Albertini. Strutture che il prefetto Gian Valerio Lombardi ha visitato ieri prima dellincontro richiesto dai partiti dellUnione. Vertice dove il rappresentante dello Stato non solo ha preso nota «delle richieste dei partiti di sinistra» ma ha pure preannunciato che «un gruppo di eritrei ospitati in via Pucci saranno trasferiti in un altro edificio, una ex scuola di viale Fulvio Testi». Trasloco previsto per il sedici gennaio accompagnato da «un percorso di integrazione nella società milanese» che, tra laltro, è la conferma di quanto promesso e offerto dal Comune di Milano. Quella disponibilità che lassessore ai Servizi sociali ha fornito «trattando gli immigrati come fossero dei cittadini milanesi» aggiunge Tiziana Maiolo: «Disponibilità accompagnata dal dialogo, dal rispetto delle regole, comè in democrazia, e quindi dallindisponibilità a offrire risposte positive della serie o tutti o nessuno ovvero dire sì a chi pretende una casa, pone scadenze e chiede una soluzione immediata per duecento e passa persone». Precisazione di unamministratrice che promuovendo la collaborazione tra istituzioni rispedisce al mittente ogni insinuazione o sospetto su impedimenti organizzati per impedire o limitare la visita alle strutture dei funzionari dellOnu, «una polemica politica nata su una banalità: se lOnu non ha visitato tutte le strutture del Comune è perché i tempi a loro disposizione non lhanno consentito».
Nessuno ha vietato allOnu di visionare tutte le strutture come invece sostiene Penati che, stamani, a Letizia Moratti «chiede di farsi portavoce verso il Governo della vicenda di via Lecco, dove anziché prevenire si vuole causare lo scontro». Realtà dei fatti ritoccata che ignora volutamente qual è il costo dellimpegno messo in campo dal Comune, «che sta facendo molto e sta spendendo molto per gestire le strutture esistenti» commenta Maiolo.
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