Profumo di riformismo, Genova scappa

Profumo di riformismo, Genova scappa

(...) Fatto sta che - nonostante l’intervistatrice Giovanna Zucconi provasse in ogni modo a fargli dire «cose di sinistra», dalle critiche al governo, fino all’elogio della decrescita, stroncato dal banchiere - Profumo ha detto altre cose. Cose di un’altra sinistra, di una sinistra riformista. O, forse, meglio, cose nè di destra, nè di sinistra, ma semplicemente cose di buonsenso.
Ad esempio, l’elogio della riforma dell’università quando dice che non è necessario che ogni paesino abbia la sua facoltà, è qualcosa di sacrosanto e logico. Ma forse è così logico da essere teorizzato da pochi. A destra come a sinistra. Oppure, come abbiamo raccontato anche sulle nostre pagine nazionali nei giorni scorsi, il suo attacco ai sindacati «che fanno la guardia al bidone vuoto» e che «sembra che difendano più il posto fisso che il lavoro». Idee corroborate dall’«esigenza di tenere insieme identità e modernità». In una parola, idee «riformiste». Tanto per la cronaca, ammesso che a qualcuno possa interessare, sono anche le mie idee.
Mi piacerebbe che fossero anche le idee della sinistra. Perchè un buon centrosinistra, significa anche un buon centrodestra. Perchè il massimalismo non aiuta nessuno, nè chi lo pratica, nè chi lo subisce.
E invece. Invece - nella Liguria dove la sinistra pare avere come prima preoccupazione il disconoscimento dell’intitolazione di una caserma a un forestale ammazzato sotto gli occhi di sua figlia e il festeggiamento dei moti di piazza del giugno Sessanta e una parte della destra pare avere come prima preoccupazione l’indignazione per i tagliandini del Giornale - era curioso dare un’occhiata alla platea dei vip del teatro Modena l’altra sera. Al netto di Garrone, Corradi e della direttrice dell’Archivolto Pina Rando, presenti come padroni di casa e al netto di Michele Serra, presente come principe consorte della conduttrice Giovanna Zucconi, c’erano l’ex assessore provinciale Franco Monteverde (persona degnissima, ma non proprio un vip della politica piddina), l’imprenditore ed ex presidente del Genoa Gianni Scerni e l’immobiliarista Mario Giacomazzi in compagnia del deputato e leader ligure dell’Italia dei Valori Giovanni Paladini, con cui ormai costituisce quasi una coppia fissa, quasi più presente di quella con sua moglie Marylin Fusco.

Poi, c’era il professor Giovanni Battista Pittaluga, assessore al Bilancio con Biasotti prima e con Burlando poi, uno che (spesso, non sempre) è riformista sul serio.
Stop, fine, nessun altro volto noto.
Al Modena, lunedì sera, niente Vincenzi, niente Repetto, niente Burlando, niente di niente. Si parlava di una sinistra riformista, infatti.

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