Profumo vuole Generali a 50 euro per azione

da Milano

Davide Serra, il gestore del fondo hedge Algebris che ha lanciato un attacco alle Generali chiedendo cambiamenti nella governance e nel management ha scelto una data e un orario provocatori per presentare le sue ragioni in pubblico: ha convocato una conferenza stampa per stamattina a Milano, proprio a poche centinaia di metri e in contemporanea allo svolgimento del consiglio d’amministrazione delle Assicurazioni Generali, fissato invece da mesi.
Così andrà in scena un ideale confronto tra la giovane mente finanziaria che, con lo 0,3% soltanto del capitale di Generali, sta tentando di muovere l’intero mercato, e l’antica compagnia triestina, arroccata in difesa con il supporto dei suoi azionisti, Mediobanca in testa. Anche se, da due giorni, il titolo Generali mostra debolezza (anche ieri meno 1,5% a 32,6 euro): segno che l’iniziativa di Algebris si sta, almeno per il momento, spegnendo.
Il cda è chiamato ad approvare i conti del terzo trimestre 2007. Ma le critiche di Algebris, rivolte soprattutto al presidente Antoine Bernheim, verranno senz’altro affrontate. Anche perché le eventuali modifiche alla governance devono necessariamente passare dal cda, come ha ricordato l’amministratore delegato di Mediobanca, Alberto Nagel. L’impressione è che Bernheim difenda la propria poltrona con grande determinazione, mentre qualche apertura nei confronti della governance sarebbe invece possibile.
Ma gli scontri non finiscono qui. A conferma delle posizioni distanti di alcuni dei maggiori azionisti del Leone già emerse prima della scossa arrivata da Algebris, ha parlato ieri Alessandro Profumo, ad di Unicredit (primo socio di Mediobanca), che al quotidiano francese Les Echos ha detto che «alcuni dicono che le Generali devono restare indipendenti (da Mediobanca e Unicredit, ndr) in modo da poter esercitare meglio la loro influenza. Ciò mi dà fastidio». Un riferimento indiretto al presidente di Intesa Sanpaolo, Giovanni Bazoli. Su Generali, Profumo ha dichiarato di avere in tasca la sua ricetta: «Un’azienda dalla capitalizzazione di 60-70 miliardi, un azionariato frammentato e comportamenti esclusivamente ispirati dal mercato». Si tratta di una valutazione superiore a quella attuale di oltre il 50%, con un prezzo di Borsa intorno ai 50 euro per azione. Il che può sembrare una critica (o uno stimolo) anche alla stessa Mediobanca, primo socio di Generali. E, in qualche misura, una sponda proprio ad Algebris che, per certi versi, dice la stessa cosa. Profumo ha trovato anche spazio per un po’ di vis polemica sul tema Generali: «Non vedo perché Unicredit debba essere il solo a dover uscire dal capitale di Mediobanca».
Oggi, intanto, arriveranno i numeri della trimestrale. Gli analisti si aspettano dalle Generali una crescita dell’utile di oltre il 23% a quasi 2,4 miliardi a chiusura dei primi nove mesi del 2007, da 1,94 miliardi di un anno prima.

Sono le stime che emergono dalle previsioni di otto case d’investimento consultate dall’agenzia Radiocor alla vigilia del cda di oggi. Il mercato colloca l’utile tra un minimo di 2.363 milioni (Banca Leonardo) e un massimo di 2.431 milioni (Citigroup).

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