Un progetto da 90 milioni per la sanità informatizzata

Antonella Aldrighetti

Sanità, non si scappa. Sta per essere acceso un occhio elettronico per il controllo capillare della domanda di salute che vigilerà sull’intero comparto ospedaliero: pubblico e convenzionato. Si partirà dalla riorganizzazione dei dipartimenti d’emergenza, i Dea, per continuare con l’informatizzazione dei posti letto fino alla digitalizzazione e messa in rete delle cartelle cliniche senza dimenticare però, di allestire anche un apposito impianto per il controllo della spesa farmaceutica. Quest’ultimo non poteva certo mancare visti i fiumi d’inchiostro che la giunta di Piero Marrazzo, negli ultimi sei mesi, ha versato per fissare le direttive sul tetto di spesa da imporre a tutti gli assistiti attraverso i medici di base. Il progetto, che già ha destato le prime critiche, si chiama Sir: è l’acronimo di Sistema informativo regionale. Dovrebbe incorporare l’ampliamento dell’attuale organizzazione amministrativa allo scopo di dare il via alla centralizzazione dell’intero comparto sanitario regionale. Per allestirlo serviranno, almeno all’avvio dei lavori, 90 milioni di euro: una cifra davvero ragguardevole. Intanto, sia il progetto che l’entità delle risorse messe a disposizione vorrebbero invece rimarcare «la forte carenza di e-governance del sistema attuale», come si legge negli atti licenziati dalla giunta di sinistra ma, per qualcuno, questa sottolineatura servirebbe a giustificare sia la mole di denaro sia quella dell’intervento. Ad avanzare seri dubbi sul progetto è la Fials, il sindacato autonomo dei medici, secondo cui «il nuovo Sir è solo un costoso e inefficiente strumento burocratico. Sovradimensionato, faraonico e del tutto privo di ogni riferimento all’attuale impiego della telemedicina dove i 90 milioni di euro determineranno l’ennesima corsa al sub-appalto. Per cui la maggioranza degli esperti sarà forse pronta a valutare positivamente il progetto, ma si tratterà di giudizi “interessati”». A questo punto, è necessario fare un passo avanti nella disamina degli atti che precisano come funzionerà l’apparato di gestione della nuova offerta sanitaria destinata ai cittadini del Lazio. «Confrontando il contenuto della delibera che descrive il Sir con alcune monografie di letteratura tecnica, ci sorprende la mancanza dei dati essenziali per una buona definizione del progetto - critica il segretario regionale della Fials Confsal Gianni Romano -. Mentre oggi l’informatica è orientata sulle risorse distribuite nel Sir della giunta Marrazzo che ripropone ancora il vecchio e costosissimo metodo di centralizzarle senza definirne l’utilità. A cosa servirà questo ingombrante accumulo d’informazioni e quale sarà il valore aggiunto di cui usufruirà il personale sanitario, non lo sappiamo. Lo stesso vale per i cittadini che, dal costoso sistema, non avranno alcun vantaggio ma solo gli svantaggi di essere controllati a ogni esame che richiedono di fare».

Ma gli svantaggi non sono solo quelli che verranno: già nell’ultima settimana il sito web dei servizi correlati alla sanità è off-limits, vale a dire che se vi si vuole accedere per prenotare un esame on line, cambiare il medico di base, o se quest’ultimo medico vuole entrare nell’area riservata, un messaggio invita a “cambiare strada”: tornare a carta e penna.

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