Nel 2009, secondo dati Assovetro (Associazione nazionale degli industriali del vetro), l'industria vetraria italiana ha impiegato 21.300 addetti e prodotto globalmente circa 4,8 milioni di tonnellate di vetro. Per i contenitori, la quantità di bottigliame per uso alimentare (acque minerali, vini, oli,...) prodotta è stata pari a 3 milioni di tonnellate, con un decremento del 9% rispetto al 2008. Mentre la produzione di vasi alimentari si è attestata su circa 231.000 tonnellate, registrando una flessione del 10,7% rispetto all'anno precedente. In flessione anche la produzione della flaconeria per l'industria farmaceutica, cosmetica e profumeria, pari a circa 138.000 tonnellate, che ha registrato una diminuzione del 7% rispetto al 2008.
Il vetro in quanto prodotto naturale e chimicamente inerte, afferma Assovetro, resta la scelta di packaging più ecocompatibile, anzi è il materiale ecologico per definizione e per eccellenza, totalmente ed infinitamente riciclabile. Nel processo di riciclo, da 100 kg di rottame di vetro si ricavano 100 kg di prodotto nuovo, mentre occorrono 120 kg di materie prime vergini (silice, carbonato di sodio e carbonato di calcio) per avere 100 Kg di prodotto nuovo. Un impiego del 50% di rottame di vetro nella miscela vetrificabile porta ad un'economia energetica del 13%.
Col «Programma Specifico di Prevenzione e Gestione 2009» del Co.Re.Ve si stima che, in termini di volume, sia stato risparmiato pari al volume occupato dalla più grande delle piramidi egizie, quella di Cheope. Il risparmio complessivo stimato per l'anno 2008 è pari a oltre 2 milioni di barili di petrolio.
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