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Promessa mantenuta: Lippi lascia l’Italia

Saluto uomini meravigliosi, la mia decisione è irrevocabile, ma allenerò ancora

Marcello Di Dio

da Roma

Era nell’aria, ma da ieri la notizia è ufficiale. Marcello Lippi lascia la nazionale. Un addio «irrevocabile», nato già nel corso della brillante avventura in Germania. Anzi, prima. Quando Paolo Nicoletti, il vice del commissario straordinario della Figc Guido Rossi, si recò alla procura di Napoli per chiedere informazioni sul coinvolgimento di Lippi nell’inchiesta su calciopoli, dopo che erano divenute pubbliche le intercettazioni telefoniche. O ancora quando l’allenatore viareggino, tre giorni prima del ritiro di Coverciano, fu convocato dalla Procura di Roma per rispondere a domande sul rapporto con Luciano Moggi e sul figlio Davide, indagato nella vicenda Gea. E non bastò l’atto di fiducia, tardivo, dello stesso Rossi nel giorno del raduno azzurro a Firenze, mentre infuriava la campagna di alcuni mezzi di informazione che avrebbero preferito Lippi escluso dalla guida degli azzurri alla vigilia della partenza per la Germania. Il rapporto si era già incrinato, poi i primi articoli (tra cui quello del Giornale) che parlavano del suo divorzio a fine Mondiale. Fino alla conferma data da Lippi prima ad Abete, poi a Rossi e infine, nella serata di Berlino, anche al presidente del Coni Petrucci.
«Ritengo esaurito il mio ruolo, a conclusione di una staordinaria esperienza professionale e umana, vissuta alla guida di un eccezionale gruppo di calciatori e con la collaborazione di uno staff di prima qualità», le parole di Marcello Lippi in un comunicato reso noto dalla Figc. Comunicato nel quale non mancano i ringraziamenti ai dirigenti federali per la fiducia dimostratagli nei due anni di lavoro, «coronati da un risultato che rimarrà nella storia del calcio italiano e nel cuore di tutti i tifosi».
Ma c’era anche qualcun altro che aveva saputo in anticipo la sua decisione di lasciare la Nazionale: Gianluca Pessotto. L’ex calciatore juventino era stato ad Amburgo a seguire gli azzurri prima della brutta vicenda che lo ha coinvolto. E ieri Lippi è partito - dopo la tradizionale colazione al Caffè New York - in direzione ospedale Le Molinette di Torino. Per far visita all’amico e confermargli di persona quello che lui già sapeva. Il sorriso di Pessotto ha riempito di gioia Lippi che con il suo ex calciatore ha potuto parlare e anche scherzare. «L’ho trovato bene, sono proprio contento», le parole dell’ormai ex ct viareggino. Che mentre lascia l’ospedale, conferma: «Continuerò ad allenare». E sulle possibilità di tornare alla Juve (si era parlato di un ruolo dirigenziale in bianconero) o di andare all’estero, magari al Manchester che gli sta facendo la corte da mesi, Lippi, giunto in Toscana, risponde ai cronisti: «Meglio a Viareggio. Penso proprio di restare qui, magari senza voi sotto casa. Perché ho lasciato? Nel comunicato ci sono parole eloquenti, arrivederci».
Esce di nascosto, prende una canoa e si allontana dalla spiaggia, ma le telecamere lo scovano mentre si concede un meritato bagno in mare. Intanto piazza Mazzini sta per celebrarlo: si vedono anche poster con la faccia del ct mondiale e molti striscioni sono appesi ai balconi per dire grazie a lui e agli azzurri. E spunta anche il carro del Carnevale con la scritta «Game Over», quasi un segno premonitore. «Sono dispiaciuto, ma c’era da aspettarselo vista la situazione che lo ha accompagnato al Mondiale - dice Enrico Petri, l’amico dottore -. Non vorrei che gli accadesse la stessa cosa che ha vissuto Cincinnato, che dalle sue terre fu richiamato dal Senato romano per debellare, da dittatore, una sommossa popolare». «Circa un mese fa in una telefonata capii da alcune sue mezze frasi che poteva finire così», svela Vittoriano Rossi, detto «Billino», il proprietario del bagno Adele a Lido di Camaiore e amico d’infanzia di Lippi. E la sorella Grazia abbandona le polemiche: «Rispetto la sua decisione. I motivi? Forse ha voluto chiudere in bellezza». Ora Lippi andrà in vacanza, all’isola di Capraia.

Con il titolo mondiale in tasca e un futuro ancora da scrivere.

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