Antonella Aldrighetti
La «sanatoria sanitaria» dei consulenti delle Asl è ferma ai blocchi di partenza. Vale a dire che quello che sembra uno scioglilingua, cioè la sanatoria sanitaria, è lennesimo provvedimento-choc che la sinistra regionale, ad amministrative capitoline concluse, si ritiene legittimata a convalidare per risolvere quelle situazioni di lavoro precario, atipico, ed esternalizzato rimaste sospese. Già, ma i patti con i precari della sanità erano altri: i rappresentanti dei vari comitati di precari, compresi gli ausiliari delle cooperative, da sette mesi a questa parte avevano chiesto e ottenuto un tavolo tecnico presso lassessorato alla Sanità di concerto con quello al Lavoro, allo scopo di monitorare prima e porre rimedio poi, con la stabilizzazione contrattuale, a tutte le condizioni occupazionali temporanee. Cerano quasi riusciti. Quasi, appunto, perché tra il dire e il fare cè di mezzo il mare.
Adesso è arrivata lamara sorpresa: tra coloro che verranno «messi in regola» a tempo indeterminato ci sono annoverati i dirigenti esterni co.co.co., quelli ingaggiati a tempo determinato e quelli con i contratti ex articolo 15 septies. Passando ai numeri: di 5.802 contratti atipici tra lavoratori ausiliari socio-sanitari e personale di pulizia, oltre 1500 sono stati stipulati a consulenti-dirigenti di cui alcuni di loro facilmente riassorbibili. Infatti lo schema riassuntivo del monitoraggio del precariato in capo al Servizio sanitario regionale esprime chiaramente, attraverso i numeri, quello che sarà lo stato dellarte tra qualche settimana: basterà una circolare dellassessore Augusto Battaglia, dal tono tranquillo e pacato, indirizzata ai direttori generali di Asl, aziende ospedaliere, policlinici e Irccs per far sottoscrivere ai consulenti già individuati un contratto a tempo indeterminato.
Che la giunta ulivista di Piero Marrazzo, da qualche mese ormai, stesse preparando il terreno per far passare provvedimenti impopolari, si sapeva. Però, che la regolarizzazione ex novo dei collaboratori fiduciari fosse tra questi non sembrava possibile. E invece no. Mentre le posizioni contrattuali dei consulenti-dirigenti verranno sanate, rimarranno al palo quelle dei soci-lavoratori delle cooperative. Ma nella finanziaria regionale 2006 cera limpegno di adottare «specifiche direttive per il superamento del precariato», per cui tra i precari erano conteggiati pure i consulenti? «Più che conteggiati, vengono privilegiati perché si parte dal presupposto erroneo che un dirigente a tempo determinato sia un precario: non è così. È un libero professionista che sceglie di lavorare con questo tipo di contratto - specifica il segretario regionale della Fials/Confsal Gianni Romano -. I veri contratti da sanare sono quelli degli ausiliari socio-sanitari delle cooperative che vengono pagati un terzo in meno dei loro colleghi di pari livello mentre le cooperative per ognuno di loro guadagnano un terzo in più. Conti alla mano, stabilizzare un precario delle cooperative significa un risparmio complessivo annuo di 7.000 euro». E invece si stabilizza il consulente-dirigente che costerà comunque allazienda sanitaria tra i 70 e i 100mila euro annui? «Certo e verranno riconosciuti loro esattamente gli stessi adeguamenti stipendiali - ribatte Romano -. Quello che invece a noi sembra insolito in tutta questa storia è che se passa un provvedimento del genere si innescherà un processo quasi impossibile da fermare. Da una parte i manager delle Asl si sentiranno legittimati ad assumere nuovi consulenti e la regione Lazio a sanarli. Tutto questo in un vortice che altro non farà se non incrementare la spesa sanitaria ai danni degli assistiti».
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