Una decisa condanna di «chiunque interpreti la politica in modo sbagliato». E lipotesi di sospendere dal partito Milko Pennisi. Il coordinatore regionale del Pdl Guido Podestà prende tempo, ma le sue parole sono decise.
Onorevole Podestà, Pennisi si è già dimesso da presidente della commissione. Il partito cosa farà?
«Ne devo parlare con Luigi Casero, il coordinatore cittadino».
Lo sospenderete?
«È possibile».
Ha dei dubbi?
«Umanamente fatti così dispiacciono molto. Sono coinvolte le famiglie, dei minori. Spesso lasciano una traccia indelebile nella vita dei figli».
Episodi che in Lombardia sembrano aumentare.
«Non direi in Lombardia. Mi sembra che anche nelle altre regioni ci siano casi simili. Ahimé».
Da coordinatore del Pdl è preoccupato?
«Mi sembrano fatti trasversali. Che riguardano un po tutti i partiti».
Vuol dire che tutta la politica è malata?
«Dico che certe situazioni di tipo patologico nel sistema non sono accettabili».
Come se ne esce?
«O la politica è intesa come servizio, come attività positiva, oppure la situazione diventerà sempre più grave».
Cosè la politica?
«È responsabilità. È la scelta dellinteresse generale».
Non si direbbe.
«Non generalizziamo».
Difficile.
«Sono episodi. Ma con questo dico anche che non si possono assolutamente tollerare. Situazioni lampanti come quella di Pennisi vanno immediatamente censurate».
Perché?
«Rischiamo di avvelenare tutto. Soprattutto chi è giovane, deve interpretare la politica come un dovere e non come un modo per campare».
Lo fanno in tanti.
«E, invece, uno prima si dovrebbe costruire una posizione, riuscire nel suo lavoro. Solo poi dedicarsi alla politica».
Detto questo, la sospensione dovrebbe essere quasi scontata.
«Ne ragioneremo allinterno del partito».
Ma perché una pratica urbanistica passa attraverso un politico e non dallamministrazione?
«Non cè nulla di strano. Se per legge è previsto un passaggio in una commissione composta da consiglieri, è normale che questo avvenga. Piuttosto...».
Piuttosto?
«Piuttosto come è possibile che una pratica rimanga ferma per tanti anni?».
Difende i politici?
«Dico che un imprenditore ha bisogno di un sì o di un no veloce. E che una parte dellamministrazione è affidata ai funzionari dellamministrazione e non ai politici».
Cè la burocrazia.
«Non vorrei che certi rallentamenti diventassero solo un pretesto per generare situazioni spiacevoli».
Procedimenti rallentati per chiedere la mazzetta?
«Non vorrei».
Gli imprenditori si lamentano dei lacci e lacciuoli.
«Hanno ragione. Come possiamo competere con gli altri Paesi quando i nostri tempi sono molto più lunghi. Servono deburocratizzazione, silenzio-assenso. Tutto ciò che può rendere lItalia un sistema più competitivo».
Ma allora la politica è malata?
«Non credo. Non si può generalizzare. Per episodi che riguardano comportamenti singoli, ognuno risponde per sé».
Il singolo fa parte di una squadra. Pennisi stava nel centrodestra.
«La Lombardia e tantissimi Comuni amministrati dal centrodestra sono degli esempi di buon governo. Non sporchiamo tutto».
Ma troppa indulgenza non è rischiosa?
«Lo ripeto, non generalizziamo.
Ha parlato con il sindaco Moratti?
«Ci siamo incrociati. Ci vedremo presto».
Torna Tangentopoli?
«Mi auguro proprio di no. LItalia non ne ha davvero bisogno».