Pronti a querelare chi infanga il lavoro dei nostri cronisti

Il Cdr del Giornale comunica di aver attivato le procedure legali a tutela dell'onorabilità e a difesa dell’autonomia della redazione. Il nostro quotidiano da mesi è oggetto di attacchi da parte di alcuni esponenti politici che accusano la direzione e i giornalisti di essere «infami» e persino «sicari». L’ultima sconcertante affermazione è quella fatta ieri alla trasmissione Unomattina in onda su Raiuno dall’onorevole Italo Bocchino. L’esponente politico ha inteso attaccare il collega Stefano Zurlo, definito «dipendente di Berlusconi», accostando la sua figura giornalistica al presunto dossieraggio contro un partito politico messo in piedi da presunti servizi segreti deviati.

La circostanza ancor più vergognosa è che questa dichiarazione - pronunciata peraltro da un giornalista professionista - sia avvenuta sulla televisione di Stato pagata dai cittadini, senza alcun contraddittorio, senza alcuna possibilità di replica da parte del giornalista chiamato in causa e senza che il conduttore Michele Cucuzza - altro iscritto all’Ordine dei Giornalisti - abbia in alcun modo preso le distanze dalla pesante accusa rivolta da un parlamentare che fino a ieri stigmatizza i presunti tentativi di imbavagliare la stampa.

Il Cdr del Giornale si aspetta un segnale preciso dall’Ordine, dalla Fnsi e dai presunti difensori della libertà di stampa, pronti a intervenire quando viene lesa la dignità di un collega e solitamente muti quando tocca ai giornalisti di questo quotidiano «scomodo», la cui storia editoriale è costellata di inchieste giornalistiche che hanno messo a nudo i vizi della classe politica. L’accusa al collega del Giornale infanga soprattutto l’onorabilità e il lavoro di una intera redazione di oltre 130 giornalisti, che fanno il loro lavoro con passione e dedizione e che il Cdr intende difendere nelle sedi opportune.

In attesa della solidarietà che il Cdr spera l’Ordine dei giornalisti vorrà offrire al collega Zurlo, ci auguriamo che politico rinunci sin da ora alla comoda prerogativa da parlamentare di cui gode, che voglia confrontarsi davanti a un giudice per confermare in un’aula giudiziaria

la veridicità delle sue affermazioni portando come riscontro fatti, documenti e testimonianze a sostegno della tesi del presunto dossieraggio. Anche così si difende la legalità.

Il Comitato di redazione

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