È pronto lo scudo per capo dello Stato premier e ministri

Roma È quasi pronto. Il lodo Alfano in versione costituzionale dovrebbe essere presentato in settimana al Senato, primi firmatari il capogruppo Pdl Maurizio Gasparri e il vice Gaetano Quagliariello. Dovrebbe aggiungersi il capogruppo della Lega, Federico Bricolo, ma in queste ore si stanno concordando gli ultimi aggiustamenti con gli esponenti del Carroccio.
Il contenuto dei 3 articoli della norma costituzionale sembra comunque definito: sarà prevista la sospensione dei processi per il Presidente della Repubblica, il presidente del Consiglio e i ministri, durante il loro mandato e dopo l’autorizzazione entro 90 giorni della Camera di appartenenza o del Senato per il capo dello Stato e i ministri non parlamentari. Per gli altri imputati il procedimento andrà avanti.
Lo scudo processuale è stato costruito sulla base delle indicazioni della Corte costituzionale, che ha bocciato a ottobre la legge ordinaria chiamata con il nome del ministro della Giustizia, Angelino Alfano. Due le obiezioni principali: la violazione del principio costituzionale dell’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge e di quello sulla procedura di revisione costituzionale.
Pur non modificando direttamente la Carta il nuovo lodo Alfano contiene una deroga al principio dell’uguaglianza e dunque si presenta come disegno di legge costituzionale e dovrà essere approvato due volte da entrambi i rami del Parlamento a distanza di tre mesi.
Quanto alla questione dell’«omogeneità» dei destinatari, il problema si è risolto includendo i ministri che per la Consulta sono sullo stesso piano del premier nell’esercizio della funzione di governo e tenendo fuori i presidenti delle due Camere, per non allargare lo scudo a tutti i parlamentari. Proprio per questa obiezione, già segnalata dall’Alta Corte nella bocciatura del precedente lodo Schifani, era stato escluso dal vecchio lodo Alfano il presidente della stessa Consulta, primus inter pares rispetto agli altri 14 giudici costituzionali.
L’urgenza di approvare lo scudo è legata alla recente approvazione della norma sul legittimo impedimento, che consente al premier di non partecipare alle udienze se ha impegni di governo. Si tratta di una legge-ponte, della durata di 18 mesi, proprio in attesa del ddl costituzionale. È quello che sottolinea anche il vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, parlando di «un provvedimento preannunciato dal ddl sul legittimo impedimento». Non esprime giudizi sul merito, ma commenta: «Viene un po’ in ritardo e si poteva fare prima, per evitare la pronuncia della Corte costituzionale e tante polemiche sulla legittimità del ddl ordinario».
Ma è andata così, a novembre la maggioranza ha annunciato il lodo costituzionale e ora sta arrivando in parlamento. Dove ha bisogno di una larga maggioranza per essere approvato. Se infatti nella seconda votazione di ogni Camera, non c’è la maggioranza di due terzi ma solo la maggioranza assoluta, può essere richiesto un referendum confermativo. Le reazioni dell’opposizione sono critiche.

Anna Finocchiaro, presidente del gruppo Pd, fa notare che «la prima riforma proposta dal Pdl, dopo le impegnative dichiarazioni di Berlusconi è il lodo Alfano costituzionalizzato». Ma anche l’Udc, che sembrava pronto ad appoggiare il lodo, ora esprime perplessità per l’estensione dello scudo ai ministri e perché, dice Michele Vietti, «rimane irrisolto il nodo del rapporto politica-giustizia».

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