La proposta: nomine in base alle ricerche

Trieste Il criterio del merito nella nomina dei docenti è al centro del dibattito sulla riforma del sistema universitario, visto anche che il decreto Gelmini prevede un nuovo meccanismo che regolerà la scelta dei commissari dei concorsi (è prevista una votazione, quindi un sorteggio fra gli eletti). Nella discussione si inserisce l’iniziativa di un gruppo di studenti triestini, raccontata sul Piccolo e ripresa ieri in termini di «modesta proposta» (così l’ha definita l’autore) da Francesco Giavazzi in un editoriale sul Corriere della Sera. L’idea è che la nomina dei docenti avvenga sulla base delle loro pubblicazioni e del numero di citazioni in lavori di altri colleghi.
I giovani triestini hanno navigato sui siti specializzati e hanno fatto i conti in tasca alle produzioni dei loro prof: ricerche pubblicate, citazioni guadagnate in riviste e ricerche nazionali e internazionali. Criterio da applicare anche alle votazioni dei commissari da sorteggiare, per valutare meglio la loro competenza.
La produttività scientifica è una discriminante già utilizzata, ad esempio, in Gran Bretagna. «Ricerca che nessuno cita, niente fondi e il dipartimento chiude» spiegava ieri Giavazzi.

Allora un elenco delle pubblicazioni e delle relative citazioni è sicuramente utile (anche per verificare chi lo fornisce, chi no; e chi viene poi davvero votato). Peccato però che, in Italia, pubblicare non sia così semplice come all’estero: non è immediato il rapporto causa-effetto fra la validità della ricerca e la sua diffusione. E il rischio è, di nuovo, il circolo vizioso.

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