«Il mondo del pallone rischia di esplodere per il connubio con la criminalità e quando arriverà lo scandalo dei calciatori gay». Carlo Petrini, ex giocatore degli anni Settanta, oggi è quasi completamente cieco e gravemente malato, forse per le sostanze dopanti che lui stesso ha più volte raccontato essergli state somministrate durante la sua carriera. Le sue denunce hanno sempre creato molto scalpore nel mondo del pallone, non ultima quando è stato fra i primi a sostenere che il suicidio del centrocampista del Cosenza Denis Bergamini fosse una messa in scena: a distanza di oltre 10 anni, le sue tesi trovano conferma nella decisione della Procura di Cosenza di riaprire il caso. Il calciatore, trovato morto il 18 novembre 1989, non si suicidò, bensì fu ucciso quando aveva deciso di uscire dal giro della droga.
In unintervista a Tgcom24 Petrini rivendica le sue battaglie. «Le società e gli sportivi - dice - hanno cercato di nascondere il più possibile la realtà, ma il mondo del calcio non è esente dai vizi. Per anni hanno detto Petrini è un matto. Oggi si dimostra che non ho mai scritto assurdità». Il suo jaccuse è un affondo senza sconti: «Il mondo del calcio cerca di far apparire un'immagine diversa rispetto alla realtà. Ma come si è visto con il calcioscommesse prima o poi lo scandalo esplode».
Ma non saranno le scommesse a mettere in crisi il mondo del pallone. «Prima o poi si ammetterà la presenza di giocatori omosessuali.
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