Il prossimo cda Pirelli deciderà su extracedola e strategie per Tyre

da Milano

L’eventuale riacquisto dalle banche del 39% di Tyre, e soprattutto a quale prezzo e quando, è l’argomento che nei prossimi mesi terrà banco sul mercato. Il 9 novembre il presidente della Bicocca, Marco Tronchetti Provera, riunirà il cda ed è facile intuire che l’incontro servirà a chiarire come saranno impiegati i 3,3 miliardi incassati dalla cessione di Olimpia. Oltre al possibile extradividendo e al riacquisto di azioni proprie (gli analisti si attendono uscite tra 700 milioni e un miliardo) e alla destinazione di parte della liquidità per ridurre o azzerare il debito netto corporate, pari a 1,2 miliardi, la parte rimanente dei proventi dovrebbe servire a rafforzare i core business del gruppo, tra cui Pirelli Tyre.
Nelle mani delle banche raccolte in Speed (Intesa Sanpaolo, Leonardo, Capitalia, Jp Morgan, Lehman Brothers e Mediobanca) si trova il 39% di Tyre, acquisito il 2 agosto 2006 per 740 milioni. Da allora lo scenario è stato oggetto di molti cambiamenti: prima della crisi dei mutui Usa e dell’impennata delle materie prime, con il petrolio sempre più vicino a 100 dollari al barile, il settore degli pneumatici aveva corso parecchio sia in Borsa sia a livello di business. E ad aumentare di valore è stato anche il 39% di Pirelli Tyre in Speed, tanto che la quota in mano alle banche è oggi valutata circa un miliardo. In proposito per Tronchetti Provera il riacquisto di Tyre val bene qualche sacrificio ma non a qualsiasi prezzo, mentre le banche non avrebbero convenienza a cedere il 39% prima della scadenza dei 18 mesi dall’acquisto. Le ragioni sono di carattere fiscale e legate alla cosiddetta «Partecipation exemption» di cui si sta discutendo nell’ambito della Finanziaria. Se Speed vendesse prima di febbraio il 39% di Tyre sarebbe soggetta a un’imposta del 33% sull’eventuale plusvalenza. Scaduti i termini, l’aliquota si ridurrebbe al 5%. Anche un’eventuale quotazione del «pacchetto» sarebbe poco conveniente per il pool di banche.
Il settore, dopo la lunga corsa, ha rallentato. E a concorrere alla pausa, oltre al caro-petrolio, sono state anche le recenti difficoltà, seguite a un lungo periodo favorevole, di Michelin. I francesi (meno 6,6% ieri in Borsa) stanno pagando l’indebolimento dei volumi nel terzo trimestre e la crescita dei ricavi inferiore alle attese. C’è poi da capire cosa intende fare Continental della propria divisione Tyre. Tempo fa i tedeschi avrebbero approcciato più volte Pirelli offrendo i propri pneumatici.

La Bicocca avrebbe risposto picche, considerando Continental troppo sbilanciata in Europa. Non è un mistero che Pirelli sia pronta a investire in nuovi impianti e acquisizioni, nei mercati emergenti, quello asiatico in particolare.

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