Protesi di ginocchio a 50mila italiani

Al congresso nazionale della Società italiana di ortopedia, tenutosi a Bologna si è discusso a lungo delle nuove frontiere della ricerca. Di navigazione computerizzata, quando il computer aiuta il chirurgo nel posizionamento ottimale della protesi, una metodica ancora poco diffusa, ma in grande sviluppo (ne abbiamo parlato nella pagina della medicina del 17 novembre). La maggior parte delle 50mila protesi di ginocchio che si eseguono annualmente in Italia adottano metodiche tradizionali: questi interventi sono oggi talmente affidabili che vengono effettuati anche ai grandi anziani. Con quali benefici?
Ne parliamo con il dottor Franco Parente, primario a Milano dell’Istituto clinico San Siro, del Gruppo ospedaliero San Donato. In questo Centro si eseguono annualmente oltre 400 protesi di ginocchio con una struttura formata da trenta persone, di cui 18 chirurghi ortopedici.
«Negli ultimi 10 anni – precisa il dottor Parente (specializzato a Milano e poi stages a New Yok e Los Angeles; ha eseguito più di 1900 interventi di chirurgia protesica) - gli impianti di artroprotesi di ginocchio sono aumentati notevolmente. Il ricorso alla chirurgia protesica è indicato nei casi gravi di artrosi del ginocchio dove si ha come obiettivo l’eliminazione del dolore ed il ripristino della funzione dell’articolazione danneggiata. La qualità dei materiali e del design protesico è migliorata notevolmente, ma per ottimizzare risultati già molto soddisfacenti si è oggi alla ricerca di soluzioni sempre più all’avanguardia. Abbiamo a disposizione modelli protesici che riproducono sempre meglio l’anatomia, la biomeccanica e la cinematica del ginocchio. Si sono anche compiuti sforzi per rendere meno invasivo e dunque meno impegnativo per il paziente questo tipo di chirurgia. Oggi, quando la situazione anatomica lo permette ricorda Franco Parente - è possibile effettuare una protesi di ginocchio usando un accesso chirurgico ridotto con la preservazione di tutto l’apparato estensore, mentre la via di accesso “tradizionale” prevedeva l’incisione in parte del tendine del quadricipite. Sono stati inoltre sviluppati strumentari chirurgici particolari con mascherine di taglio di ridotte dimensioni ed a scivolamento che permettono l’esecuzione dei tagli femorali e tibiali anche in spazi chirurgici ristretti. Questa tecnica riduce il dolore ed il sanguinamento postoperatorio, permettendo un più facile e precoce ripristino della funzione articolare. Il paziente dopo 4-5 giorni dall’intervento lascia il reparto di ortopedia per iniziare la riabilitazione che dura 10-15 giorni. Già dopo poche ore dall’intervento può appoggiare il piede.
Parlando poi di mininvasività bisogna ricordare il ruolo importante che da qualche anno a questa parte sta avendo la protesi monocompartimentale, cioè la sostituzione solo di una metà dell’articolazione del ginocchio, più frequentemente la parte mediale. In questo campo è importante il ruolo delle protesi a menisco mobile che riproducono i movimenti rotatori del ginocchio scaricando meglio gli stress e dando all’impianto più possibilità di sopravvivenza, che può superare i 10 anni, poi il paziente si deve sottoporre ad una protesi totale».
Anche nei soggetti più sensibili l’anestesista può proporre diverse soluzioni antalgiche che controllano totalmente il dolore. Il 95 per cento dei pazienti operati si dichiara molto soddisfatto dell’intervento e, nella maggioranza dei casi, i dolori sono scomparsi. Il trattamento medico è efficace all’inizio dell’artrosi, cioè quando l’usura delle cartilagini è limitata, prevede l’impiego di antinfiammatori e la fisioterapia, trattamenti che però non sono più efficaci quando l’artrosi avanza, si passa alla chirurgia.
«Nei soggetti con buona qualità ossea si può ricorrere – spiega Parente - alla osteotomia che corregge l’asse anatomico dell’arto inferiore.

Il peso del paziente si sposta sulle cartilagini sane». Le complicazioni che fanno più paura al chirurgo sono la tromboembolia e le infezioni che si possono manifestare anche a distanza di anni, fortunatamente, sono abbastanza rare.

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