Il centro di Mosca è sotto assedio. La piazza Triunfalnaja, dove martedì la polizia ha arrestato centinaia di persone che manifestavano contro i brogli nelle elezioni politiche di domenica scorsa, è stata evacuata per impedire nuove dimostrazioni contro il governo. Le auto parcheggiate sono state rimosse e larea è presidiata da agenti antisommossa, anche con cani, oltre che da militari con equipaggiamento pesante e appoggiati da mezzi blindati. Accanto alla piazza cè la grande via Tverskaja, dove sorge il tribunale in cui è stato giudicato ieri in appello il blogger, e leader della protesta, Andrei Navalny: il suo ricorso è stato respinto, dovrà dunque scontare i 15 giorni di carcere che gli erano stati inflitti per resistenza a pubblico ufficiale. Nel pomeriggio sono comparsi anche degli elicotteri sul tetto della Lubjanka, la storica sede dei servizi segreti, probabilmente destinati alla sorveglianza del centro cittadino.
Il Cremlino teme, evidentemente, un ulteriore estendersi delle manifestazioni ostili che sono in corso a Mosca e in altre grandi città dopo la diffusione dei risultati elettorali che hanno confermato la maggioranza assoluta al partito Russia Unita, nonostante esplicite denunce di irregolarità a suo favore da parte degli osservatori internazionali ammessi ai seggi. La protesta si estende su internet, dove è stato creato un sito per coordinare le dimostrazioni e dove si legge che lappuntamento in piazza «a favore di elezioni trasparenti e contro il partito al potere» si deve ormai considerare quotidiano. Ma la manifestazione più importante è quella già indetta per sabato in piazza della Rivoluzione, poco distante dal Cremlino. Un nastro bianco sarà il simbolo della protesta pacifica.
Tra gli osservatori cè chi si è spinto a paragoni tra la situazione in Russia e le recenti primavere arabe, il che pare azzardato. Gli stessi leader dei partiti liberali avversari di Putin smontano la tesi: «Sono idee ingenue di chi non vede la differenza tra Russia e Libia - dice Grigorij Yavlinski del partito Yabloko -. Servirà una lunga strada, perché la Russia non è nemmeno la Svizzera». Yabloko è rimasto fuori dalla Duma per aver mancato la soglia minima del 7 per cento, ma contesta i risultati delle elezioni e ne chiede la ripetizione, senza però condividere le posizioni oltranziste di chi, come i comunisti, sogna una sommossa di piazza.
Dalle cancellerie occidentali continuano gli inviti (respinti al mittente da un risentito Medvedev) al Cremlino perché rispetti i diritti civili dei russi: ieri è stato il turno dellUnione Europea e della Germania.
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